Elenco dei film di Griffith

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Titolo Star Trek
Anno 1979
Regista Robert Wise
Valutazione 6
Durata 132
Genere Fantascienza
Classificazione
Trama Nel 2300 circa, a bordo della nave spaziale Enterprise, un gruppo di volonterosi si addentra nel complesso di sconosciute energie che costituiscono un terribile nemico che si sta dirigendo verso il pianeta Terra. La Paramount ha riciclato un episodio di un vecchio serial TV (79 episodi, 1966-68) in un colosso da 40 milioni di dollari. Molti effetti speciali, la storia speciale non è, i personaggi nemmeno. Film bovino con poca azione, molte chiacchiere, due o tre belle idee di sceneggiatura, un finale ingegnoso. In TV si può vedere una versione allungata a 143 minuti.
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Titolo Star Trek - Il futuro ha inizio
Anno 2009
Regista J.J. Abrams
Valutazione 7
Durata 127
Genere Fantascienza
Classificazione
Trama James Tiberius Kirk è nato tra le stelle ed è cresciuto nell'Iowa, ribelle e ostinato vuole conoscere il nome della bella Uhura, onorare la memoria del padre, servire una causa, esplorare nuovi mondi e arrivare là dove nessun uomo è giunto prima. Spock è nato sul pianeta Vulcano da madre umana e padre vulcaniano, razionale e controllato pratica la disciplina del Kolinahr per purificarsi dalle emozioni, ama con virtuoso trasporto Uhura, domina la sua metà umana e si arruola nella Flotta stellare. È sull'Enterprise, prestigiosa nave spaziale governata dal Capitano Christopher Pike, che i due giovani si incontrano e si scontrano per affrontare un temibile nemico venuto dal futuro. Nero, diabolico Capitano Romulano, ha infatti deciso di distruggere tutti i pianeti della Federazione per mettere a tacere il dolore di una perdita incommensurabile. Tra passato, presente e futuro, Kirk e Spock si arrenderanno a una grande amicizia e curveranno lo spaziotempo, salpando verso l'ultima frontiera.
Non è mai facile adattare un'opera letteraria per lo schermo, rielaborarla e conformarla alle esigenze e alle restrizioni del mezzo filmico, figuriamoci realizzare la versione cinematografica della più celebre serie di fantascienza della storia della televisione americana. Eppure, tre stagioni e dieci film dopo, J.J. Abrams ha accettato la sfida Star Trek e ha varato una nuova nave stellare, esplorando nuovi mondi e nuove possibilità narrative, nel rispetto del culto e del mito e nell'osservanza della tradizione. Tele-trasportata dal passato e radicalmente trasformata da un trucco tecnologicamente più avanzato, torna l'Enterprise, carica del "suo" equipaggio: l'istintivo capitano Kirk, l'alieno Spock, l'ufficiale medico Leonard McCoy, l'ufficiale delle comunicazioni Uhura, l'ingegnere dei miracoli Montgomery Scott, il guardiamarina russo e adolescente Pavel Checov e, al comando dell'acceleratore nei viaggi spaziali, lo schermidore Sulu. A non tornare sarà invece il già dato della saga e il già vissuto dai personaggi, perché il regista newyorkese li farà implodere come il pianeta Vulcano, alterandone per sempre i destini, girando il timone del tempo e dirigendosi verso un sequel ancora tutto da inventare.
Star Trek è anche e soprattutto, dunque, una sorprendente dimostrazione della natura del racconto, che offre una prestazione in maggiore dei più antichi meccanismi della gestione dell'attenzione spettatoriale. Così, con la magnifica esagerazione di chi ritiene che nessun'altra storia come questa sia stata mai raccontata, il narratore Abrams stabilisce un'identità (autoriale) e una paternità al film e gira un prequel (che prequel non è) che introduce i personaggi (Kirk e Spock) e l'ambito di azione che gli compete (la Federazione Unita dei Pianeti e la Frontiera). L'autore concepisce letteralmente le origini dei "figli delle stelle", eroi e avversari precipitati in una dimensione spazio-temporale anomala, riflessi al presente di un passato già accaduto. Kirk e Spock sono giovani eroi contrastati, bisognosi di confrontarsi con se stessi oltre che con l'impresa da portare a termine. Il riscatto riguarda un percorso insito nelle insicurezze dell'individuo: essere degno erede di un padre eroico (il primo) e dominare il dissidio interiore vulcaniano-umano (il secondo). Il conseguente superamento della crisi fornirà la misura della loro grandezza, perché il potere non si dà senza spiegazione, un passaggio obbligato, un ingresso che definisca l'eroe e segnali l'ipotesi di un destino al di là di ogni rotta conosciuta.
Per Abrams le storie sono sempre profondamente legate al tempo che la storia impiega a raccontare il proprio tempo. Non c'è mondo (o spazio) di finzione che una scrupolosa narrazione non possa estendere, espandere, rilanciare, curvare indefinitamente, ovviando al naturale invecchiamento del personaggio (e dell'attore). Star Trek by J.J. Abrams fa rivivere Kirk e Spock, attingendo a un passato enorme la rotta per il futuro. Il presente intanto ha la perfezione di un algoritmo, una successione (in)finita di atti d'amore organizzati in ordine logico, dove l'Enterprise incrocia il Millennium Falcon, due irriducibili ricercatori incorrono in due prodi cavalieri Jedi, la Forza circonda la Federazione, mantenendo unita la galassia. Quella trekkista e quella starwarista.
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Titolo Star Trek IV - Rotta verso la terra
Anno 1986
Regista Leonard Nimoy
Valutazione 6
Durata 119
Genere Fantascienza
Classificazione
Trama Per risolvere problemi energetici ed ecologici, l'ammiraglio Kirk ha bisogno di due balene, specie ormai estinta. A ritroso nel tempo l'astronave Enterprise atterra nel 1986 in California per procurarsele. Attore, sceneggiatore e regista, L. Nimoy porta le avventure galattiche verso la Terra e verso la commedia con risultati assai divertenti. Pochi effetti speciali ma efficaci.
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Titolo Star Trek: Primo contatto
Anno 1996
Regista Jonathan Frakes
Valutazione 8
Durata 111
Genere Action | Adventure | Sci-Fi | Thriller
Classificazione
Trama The time is the 24th century and the ship is the newly-commissioned Enterprise-E. Its captain, Jean-Luc Picard, has been ordered not to interfere in a battle between a Borg Cube and ships from the Federation. However, seeing the Federation is about to lose, Picard ignore his orders and takes command of the defending fleet. With his knowledge of the Cube's weak spot, they destroy it. However, a small part of it escapes and plots a course directly for Earth. The Enterprise chases it and enters a time distortion created by the Borg. They end up in the mid-21st century, and their only chance of stopping the Borg from assimilating Earth is to help Zefram Cochrane make his famous first faster-than-light travel to the stars.

Written by
Marc-André Deschênes


The Borg have returned, in another attempt to conquer Earth. Disregarding orders, Captain Picard and the new Enterprise-E rush to save the Federation homeworld, only to get sucked back in time with the Borg as they attempt to interfere with the course of humankind's evolution into a peaceful, unified race. If Zefram Cochrane (inventor of warp drive) does not make his flight (in the mid-21st century), a routine Vulcan mapping mission world not detect the warp signature, and first contact would not be made. The Borg go back in time to destroy his ship, once an American nuclear missile left over from World War III.

Written by
Matthew Dworkin


If Cochrane (inventor of warp drive) does not make his flight (in the mid-21st century), a routine Vulcan mapping mission would not detect the warp signature, and first contact would not be made. The Borg go back in time to destroy the ship, once an American nuclear missile left over from World War Three.

Written by
Porkchop


It is the 24th century, and a collective of part humanoid, part machine beings face the Federation in what would be the biggest battle of all time. This collective, called the Borg, lose and desperately attempt to go back in time to April 4th, 2063, to stop Earth's first contact with an alien species (the Vulcans, to be precise). Captain Picard and the crew of the Enterprise (NCC-1701-E) go back in time to make sure that Zefram Cochrane makes his warp flight. However, the Enterprise-E runs into unexpected trouble when the Borg start to assimilate the starship.

Written by
Julian King
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Titolo Stuart Little 3 - Un topolino nella foresta
Anno
Regista Audu Paden
Valutazione 3
Durata 74
Genere Animazione
Classificazione
Trama 3° della serie incentrata sul topolino bianco, questa volta in vacanza con la famiglia Stuart in campeggio, costretto ad affrontare un leone di montagna che, dopo aver terrorizzato gli animali della foresta, cattura Fiocco di Neve. Le avventure di vita quotidiana potrebbero anche andare avanti all'infinito, se fossero episodi di breve durata, ma le gag si ripetono e le idee latitano per 74 lunghi minuti. Solo Home Video.
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Titolo Summer Wars
Anno 2009
Regista Mamoru Hosoda
Valutazione 7
Durata
Genere Animazione
Classificazione
Trama Dopo aver diretto l'acclamato La ragazza che saltava nel tempo, il regista Mamoru Hososa torna a dirigere un nuovo film d'animazione sci-fi, la pellicola Summer Wars prodotta dallo studio Madhouse.
Kenji, un liceale timido ma eccezionale in matematica, trascorre l'estate facendo un lavoro part-time: la manutenzione di Oz, un mondo virtuale che permette di effettuare qualsiasi operazione come nel mondo reale. Con sua sorpresa, la bella Natsuki, la ragazza che gli piace, gli propone di accompagnarla a Nagano, il suo paese natale. Qui viene coinvolto nella riunione tradizionale del clan Jinnouchi. Kenji inizia a comprendere che Natsuki l'ha invitato per fargli recitare il ruolo del suo "futuro sposo" allo scopo di fare bella figura con la sua venerabile nonna. Nello stesso tempo, un virus attacca Oz e causa una catastrofe dopo l'altra a livello planetario. Con l'aiuto di Kenji, l'intero clan Jinnouchi si lancia, unendo tutte le sue forze, a salvare il mondo virtuale e i suoi abitanti.
La pellicola ha ottenuto la nomina al Golden Leopard al Locarno Film Festival del 2009 e d è stato premiato col Audience Award per il miglior film d'animazione all'Anaheim International Film Festival e col Japan Academy Prize for Animation of the Year nella sezione Animation Division Grand Prize al Japan Media Arts Festival del 2010.
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Titolo Super 8
Anno 2011
Regista J.J. Abrams
Valutazione 7
Durata 112
Genere Fantascienza
Classificazione
Trama Ohio, estate del 1979. Nel tentativo di girare un scena particolarmente efficace per un film in super 8 da mostrare ad un festival provinciale, un gruppo di ragazzi è involontariamente testimone di un terribile disastro ferroviario dal quale "qualcosa" fugge.
La questione è talmente importante che la loro cittadina si riempie di militari intenti ad indagare mentre misteriosamente dalle case spariscono oggetti tecnlogici, persone e cani. Alla fine starà ai ragazzi riuscire a mettere insieme i pezzi di una storia che procederà comunque, con o senza il loro intervento, e dalla quale dovranno uscire vivi.
"Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù! Ma chi li ha?" dice Richard Dreyfuss nella scena finale di Stand By Me, riassumendo nel 1986 il senso di una stagione del cinema americano che si andava chiudendo dopo aver messo al centro dell'immaginario cinematografico il mondo della preadolescenza di provincia e aver creato un vero e proprio sottogenere. Cuore e motore di quell'ondata fu Steven Spielberg, a lui e ai primi film della sua Amblin Entertainment è esplicitamente ispirato Super 8.
Al suo terzo film J.J. Abrams gira la sua opera più complessa, l'unica in grado di fondere le molte diverse ossessioni della sua carriera anche televisiva. Partendo dall'idea di aderire agli stilemi e all'estetica di certo cinema spielberghiano (i ragazzi, le biciclette, la provincia, la fine degli anni '70, i problemi con i padri...), gradualmente Abrams contamina il suo film-omaggio di elementi personali. Invece che immedesimarsi totalmente e girare un film amblin al 100% Abrams sceglie di non rinunciare ai suoi controluce che provocano bagliori lenticolari, al suo gusto per la gestione del mistero, ai filmini d'epoca che rivelano segreti, al grande incidente o all'utilizzo di figure mostruose come metafora delle paure (come avveniva già nel Cloverfield da lui prodotto e nell'unica puntata di Lost di cui è stato regista, quella pilota).
Super 8 non va quindi considerato come la riproposizione di una storia e un modo di fare cinema vecchi di 30 anni, ma la messa in scena del cinema di Spielberg visto dagli occhi di Abrams. Infatti mentre nella prima parte il film abusa di topoi Amblin, nella seconda, quella in cui alla descrizione dello scenario si sostituisce l'avvicinarsi dell'incontro ravvicinato, comincia a dosare quello, applicandolo solo in certi punti (l'inquadratura rivelatoria della bacheca con tutti gli annunci di cani scomparsi e il particolare anatomico della creatura che si svela solo a distanza ravvicinata gridano Spielberg a squarciagola).
Se c'è invece qualcosa che davvero marca la separazione tra il cinema di oggi e di ieri, tra Abrams e Spielberg, è il modo in cui i due guardano al cielo. La meravigliosa speranza, poesia e commozione con la quale il regista di Incontri ravvicinati del terzo tipo aspettava i suoi alieni buoni è totalmente assente, al suo posto uno sguardo che più che essere rivolto in alto guarda in basso. Gli alieni moderni di Abrams hanno il medesimo ruolo di quelli di District 9 o Monsters, sono lo specchio delle barbarie umane e non delle loro aspettative più alte.
Citazionismi e ricalchi a parte, alla fine il senso dell'operazione è dimostrato dalla capacità di raccontare una piccola storia che si inserisce in una più grande. Super 8 ha il merito di riuscire a ricongiungere trama e personaggi alla maniera di E.T.. Uno stile fondato prima di tutto su un casting a regola d'arte, che trova sei ragazzi perfetti per dare vita ai sei caratteri scritti su carta, tra i quali si distingue l'eccezionale Elle Fanning (sorella dell'altro prodigio Dakota Fanning, ma cosa danno da mangiare in quella famiglia?). E in seconda battuta concentrato a non perdere mai di vista la coerenza interna data dai caratteri infantili, volontà simboleggiata dal piccolo piromane (uno dei personaggi più riusciti) che anche nella più terribile delle situazioni si chiede dove siano le sue miccette.
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Titolo Supercuccioli a caccia di tesori
Anno
Regista Robert Vince
Valutazione 4
Durata 93
Genere Comedy | Family
Classificazione
Trama
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Titolo Superman Returns
Anno 2006
Regista Bryan Singer
Valutazione 6
Durata 154
Genere Avventura
Classificazione
Trama Quando Superman ritorna in grande stile dopo 5 anni di assenza, giustificata (ma non agli occhi del mondo) da un viaggio verso gli ultimi resti del suo pianeta natale Krypton, non tutti sono pronti ad accettarlo. Specialmente la sua amata Lois Lane che intanto ha vinto un premio pulitzer con l'editoriale "Perchè il mondo non ha bisogno di Superman" e vive con un compagno e un figlio. Ci sono molte cose da mettere a posto, disastri da sventare, criminali da inseguire, donne amate da riconquistare e soprattutto Lex Luthor da fermare. La nemesi storica dell'uomo d'acciaio infatti ha pronto un piano per erigere un nuovo continente e diventare il padrone del mondo vendendo tecnologia aliena.
A 19 anni dall'ultimo episodio cinematografico di Superman, l'uomo d'acciaio torna sugli schermi per la quinta volta, ma Bryan Singer si è rifiutato di considerare la trama dei capitoli III e IV della saga e riprende il filo narrativo da Superman II.
La struttura del film è praticamente la medesima del primo episodio di Richard Donner datato 1978, ma lo stesso non si può dire della resa. Nelle mani di Singer il film diventa il classico permeato d'ironia che è sempre dovuto essere, il trionfo del superomismo più puro, dove, come è giusto che sia, all'impalpabile figura angelica dell'eroe di Krypton è affiancato uno splendido cattivo, il Lex Luthor di Kevin Spacey, assieme a una serie di sequenze altamente spettacolari.
Ma al di là di ogni interpretazione, a colpire più di tutto è il talento visivo di Singer che si impone come vero elemento di propulsione del film. Colmo di sequenze già viste ma girate in maniera mai vista, Superman Returns conferma come il regista emerso con I Soliti Sospetti sia uno dei migliori entertainer del cinema americano, capace di andare alle radici dello spirito hollywoodiano e girare dei blockbuster dall'anima classica che sappiano intrattenere con gusto e intelligenza un pubblico che non ha vergogna di emozionarsi davanti alle avventure e ai problemi di un alieno dotato di superpoteri che agisce per il bene dell'umanità.
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Titolo Tata Matilda e il grande botto
Anno 2010
Regista Susanna White
Valutazione 6
Durata 109
Genere Commedia
Classificazione
Trama La bambinaia delle emergenze, che resta quando non la vuoi e se ne va quando vorresti che restasse, bussa con la sua oscura silhouette alla porta di Isabel Green, giovane madre di tre figli che lotta per mandare avanti la fattoria nonostante il marito in guerra, il cognato pronto a tutto per farle vendere la proprietà, un lavoro frustrante presso una negoziante con frequenti crisi di senilità, il guardiano del villaggio che minaccia la possibilità di un bombardamento e i due cuginetti di città, viziati e incipriati, venuti per scatenare una guerra tra piccoli, come se quella dei grandi non bastasse.
Dopo i sette figli del vedovo signor Brown, Tata Matilda -altrimenti nota come Nanny McPhee- torna a colpire il suolo col suo bastone magico per far apprendere ai tre Green e ai loro ospiti, Cyril e Celia Grey, le cinque nuove lezioni di cui hanno disperatamente bisogno. La nera bambinaia dell'esercito britannico sa dunque come mettere in ordine i colori fuori posto e abbellirsi a sua volta di riflesso grazie all'amore dei pupilli, non si sa se davvero o solo nel loro sguardo, ma d'altronde la scuola di magia cui s'ispira è quella di Mary Poppins, che alla piccola Jane che chiedeva: è un gioco, vero (mettere a posto la stanza)? Rispondeva: be', dipende dal punto di vista.
Sceneggiato, co-prodotto e interpretato da Emma Thompson, a partire dalla serie di libri "Nurse Matilda" di Christianna Brand, questo secondo capitolo è appassionante nella sua estrema semplicità, teneramente old-fashioned senza essere stucchevole. Il personaggio della protagonista, col suo corvo Edelweiss che da solo cita tutto un universo di riferimento, quello di Tutti insieme appassionatamente, ammantata dell'aura del sacrificio e della disciplina militare, richiama alla memoria sia quel Pomi d'ottone e manici di scopa che con il concept di Mary Poppins ha niente meno che il natale in comune, sia quelle nonne che hanno fatto la guerra, che hanno tenuto a balia o cresciuto figli non loro e di cui stiamo perdendo la memoria.
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Titolo Terminator Salvation
Anno 2009
Regista McG
Valutazione 6
Durata 115
Genere Azione
Classificazione
Trama Anno 2003. Marcus Wright è detenuto nel Braccio della Morte in attesa di ricevere l'iniezione letale. Ha ucciso suo fratello e due poliziotti e vuole soltanto farla finita ma la dottoressa Serena Kogan ha deciso per lui un altro destino. Firmato un documento legale che consegna il suo corpo alla scienza e gli promette una seconda opportunità, Marcus viene 'terminato'. Anno 2018. John Connor, leader ideale e carismatico del genere umano, partecipa alla Resistenza contro Skynet, il network di intelligenze artificiali, e il suo esercito di Terminator indistruttibili. Efficace e intraprendente, è deciso a sferrare un attacco mortale al nemico, a trovare suo padre Kyle Reese e a garantire un futuro all'umanità dopo l'apocalisse nucleare scatenata dalle macchine. Lo aiuterà Marcus, galeotto venuto dal passato e portatore di un segreto. Diffidenti ma determinati a vincere la loro battaglia, collaboreranno e troveranno la verità nel cuore.
La terza avventura del cyborg Terminator (Le macchine ribelli) non aveva incontrato il favore del pubblico, figuriamoci dei fan. A mancare era la capacità visionaria del cinema di James Cameron, autore dei primi due episodi, e ancora il cervello e le emozioni fusi insieme in una coppia indissolubile come Sara e John Connor. La sfida raccolta da McG, di ingrassare e richiamare alla vita una macchina fantascientifica pronta a sfidare l'eternità, era perciò ardua e quantomeno temeraria. Insperabilmente il quarto capitolo, che apre la strada a due sequel, "decide il futuro" ed è il primo ambientato nel futuro, non è un prodotto d'azione americano adagiato e consolatorio ma abitato da suggestioni politiche e mitiche. Calcando il terreno della politica e dell'etica (la messa in scena di un teatro di guerra, la riduzione dell'uomo a macchina, lo sguardo dell'altro, che va abbattuto, cancellato, estirpato), Terminator Salvation è innanzitutto un viaggio di apprendimento, non solo uno spostamento da un punto a un altro, né un semplice percorso narrativo, quanto piuttosto un itinerario obbligato che avvicina al prossimo chi lo compie, nel tentativo di costruire insieme qualcosa di cui si avverte l'essenziale necessità. La figura dell'eroe in Terminator Salvation è duplice, con possibile spiazzamento dello spettatore più tradizionalista. La sceneggiatura di Brancato&Ferris ammette la presenza di due eroi, uno trionfante e l'altro soccombente. Uno è John Connor, che sta facendo il suo percorso di formazione per diventare leader effettivo della Resistenza, l'altro è Marcus Wright, prototipo da infiltrazione, che inevitabilmente compirà il percorso sacrificale. L'antagonista del Connor di Bale non è solo la robotica inespressività e il cubismo muscolare del cyborg di Schwarzenegger (evidente omaggio alle puntate precedenti e alla personalità cinematografica dell'attore austriaco) ma è soprattutto il "prototipo" di Sam Worthington, che supera i confini fisici umani mantenendo tracce di umanità. Se Schwarzenegger è l'istituzione che simboleggia e (re)incarna il prodotto della politica piegata al potere e di un establishment appena sconfitto, Bale e Worthington sono lo specchio delle tendenze politiche dominanti negli States. McG riprone allora la relazione binaria dei film di Cameron, in cui il rapporto con l'altro è spesso conflittuale sul piano dei sentimenti e su quello della pura e semplice sopravvivenza. John e Marcus si misurano con l'apocalisse nucleare e con i gravosi compiti del loro ruolo: uomo, il primo, che dice (e fa) cose clamorose ("non si uccidono i civili inermi"), creatura nata in laboratorio, il secondo, che guarda commosso i vecchi esseri umani con le loro passioni e i loro errori. Il loro contatto, la combinazione di un un'autentica umanità dentro un corpo ideale, crea l'uomo che si aspetta, il nuovo eroe che saprà riconciliare l'uomo e la macchina (proiezione della sua potenza, del suo sogno e del suo fallimento) e, fuori di metafora, l'America imperiale e il mondo degli oppressi. Il quarto episodio, coniugando la spettacolarità dei set e l'incalzare dell'azione con l'emergere di un'emozione profonda, produce un cinema inquieto e ideologico, un'iconografia infernale e bellicistica, che ingaggia una battaglia con la macchina da presa, ostinata come un T- 800, nel rivendicare la propria potenzialità fotogenica sul punto di deflagrare in mille pezzi.
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Titolo The Return - Joining Forces
Anno 2011
Regista
Valutazione 8
Durata
Genere Animazione
Classificazione PG-13
Trama When a mutant high school student named Hisako Ichiki goes missing in the northern part of Japan, her parents ask Professor Xavier, for his help. Sensing that the case of Hisako's disappearance is of great importance for mutantkind, he gathers together his X-Men. However, the leader of the X-Men, Cyclops, ...
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Titolo Thor
Anno 2011
Regista Kenneth Branagh
Valutazione 6
Durata 130
Genere Azione
Classificazione
Trama Figlio primogenito del potente Odino, Thor è destinato a salire al trono di Asgard ma la sua foga e il desiderio di affermarsi in battaglia lo spingono ad un'azione avventata che, non fosse per l'intervento salvifico del padre, rischia di mettere a repentaglio la pace e la sicurezza del suo regno. Affranto per la delusione procuratagli dall'inadeguatezza del figlio Odino decide di scagliarlo sulla Terra, privato dei suoi poteri e impossibilitato ad usare Mjolnir, il suo micidiale maglio. Almeno fino a che non sarà in grado di usarlo con giudizio.
Caduto nel nostro mondo il dio nordico si imbatte, nel vero senso della parola, in un gruppo di ricercatori che indagano i curiosi eventi atmosferici che hanno luogo nel New Mexico e in particolare in un'astrofisica dal sorriso facile. Intanto nel regno di Asgard il fratello Loki approfitta di un malessere del padre per salire al trono.
Atteso con la curiosità che merita l'ingresso nel mondo delle pellicole commerciali e fracassone di un regista e attore noto al cinema per i suoi adattamenti shakespeariani, Kenneth Branagh conferma l'idea preconcetta che pubblico (e probabilmente produzione) avevano di lui. Il suo Thor attinge a piene mani da diverse mitologie shakespeariane, dalla lotta per la successione, agli intrighi di palazzo, dall'uccisione del regnante da parte di un familiare fino all'amore proibito tra due amanti appartenenti a mondi separati. Come previsto tra simili argomenti il regista si muove con agilità, ma quando l'epica delle relazioni nel mondo dei nobili deve necessariamente tramutarsi (vista la tipologia di film) in grande epica d'azione, il film mostra tutte le sue debolezze.
Se infatti nel mondo di Asgard il mito trova, sebbene a fatica, una dimensione filmica propria, sulla Terra il film funziona molto meno, incastrato com'è in un New Mexico edwoodiano dal sapore anni '50 che calza male l'occasione. A questo si aggiunga che l'alchimia tra il gigantesco (e solo per questo azzeccato) Chris Hemsworth e la minuta scienziata Natalie Portman, interessante proprio per la lontananza fisica, sulla pellicola non si realizza mai del tutto e il loro rapporto è trattato con sbrigativa banalità, per andare a concentrarsi il prima possibile sulla rapida frustrazione del desiderio d'unione dei due.
Di contro la parte che dovrebbe beneficiare da questa contrazione, quella d'azione fantascientifica, è messa in piedi con uno stile che ricorda i film anni '90 sul genere, con un uso straniante dei costumi e delle inquadrature sghembe che appare in contraddizione con l'esigenza (e le velleità) di grande epica d'azione. In questo modo alla fine, il desiderio di un cinema in grado di unire alto e commerciale, classico e moderno, teatrale e computer grafica si infrange proprio sul terreno più determinante, quello del respiro epico.
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Titolo Tom and Jerry Incontrano Sherlock Holmes
Anno
Regista Spike Brandt, Jeff Siergey
Valutazione 7
Durata
Genere Animation | Family
Classificazione
Trama Takes place in London, as various jewel heists baffle Scotland Yard, and a beautiful singer named Red gets framed as the culprit. A situation of this magnitude calls for drastic action, and soon the legendary Sherlock Homes hits the beat, with Dr. Watson and Tom and Jerry in tow. But the case grows even more challenging when Tom and Jerry resort to their old crazy tricks and games with one another. Favorite supporting characters from the original Tom and Jerry series also turn up, including Droopy, Butch and Tuffy.

Written by
Nathan Southern
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Titolo Touch
Anno 1997
Regista Paul Schrader
Valutazione 5
Durata 96
Genere Drammatico
Classificazione
Trama In Touch di Paul Schrader, ispirato a un romanzo del '77 di Elmore Leonard, dove c’è un integralista cattolico, incarnato in chiave grottesco-caricaturale dal bravo Tom Arnold, che sembra il compratore ideale dei venditori di Harris: infatti, per difendere la causa di una riforma tradizionalista della Chiesa, non esita a tirare fuori la pistola. Il tutto nel contesto di una commedia che racconta la storia di un Miracle Man: ovvero Skeet Ulrich, giovane ex monaco che ha il dono di guarire imponendo le mani e sanguinando dalle stimmate. Intorno alla bizzarra figura d'innocente segnato dal Signore, Schrader anima un composito circo di sfruttatori: il predicatore imbroglione Christopher Walken, il cristiano fanatico Arnold, le giornaliste d'assalto Gina Gershon e Janeane Garofalo. È di scena la società materialista, cinica e consumistica che fa abitualmente da sfondo ai cupi drammi morali di Schrader: tuttavia qui il tenero amore fra Ulrich e la graziosa Bridget Fonda conclude lietamente la vicenda; e mai questo regista rigoroso e tormentato ha dato prova di maggior leggiadria e divertimento nell'accostarsi alla materia. Giudicando il registro di commedia poco consono alle corde dell'autore, certi critici francesi hanno parlato di opera non riuscita, di perdita di stile: invece a noi sembra che il "tocco" lieve della grazia investe il film sia nella forma che nel contenuto.
Da La Stampa, 21 Novembre 1997
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Titolo Toy Story 3 - La grande fuga
Anno
Regista
Valutazione 8
Durata
Genere
Classificazione
Trama Andy sta per andare al college mentre i suoi fedeli amici giocattoli verranno portati in un asilo, dove saranno costretti a giocare con bambini indomabili dalle piccole dita appiccicose. Spinti dal motto tutti per uno-uno per tutti, l'eterogeneo gruppo deciderà di pianificare 'la grande fuga'.
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Titolo Transformers - La vendetta del caduto
Anno
Regista Michael Bay
Valutazione 5
Durata
Genere
Classificazione
Trama Nonostante sia l'eroe della battaglia di Mission City fra Autobots e Decepticons, il giovane Sam Witwicky deve fare i conti con i problemi comuni a tutti i ragazzi della sua età. Ad esempio trasferirsi in un'altra città per frequentare l'università, allontanandosi così da tutti i suoi affetti e dagli amici più cari. Nel frattempo, il Sector 7 è stato smantellato, l'Agente Simmons è stato liquidato senza troppi convenevoli e al suo posto è nata una nuova agenzia, la NEST, che si avvale di esperti comandanti di campo che lavorano al fianco degli Autobots al fine di evitare un ennesimo confronto fatale con i Decepticons. Il destino di Sam è però sempre in agguato. Improvvisamente verrà colto da visioni in cui messaggi e simboli si faranno strada nella sua mente finché si troverà nuovamente coinvolto a salvare l'universo dall'infinita lotta tra Autobots e Decepticons.
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Titolo Transformers 3
Anno
Regista Michael Bay
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Shockwave governa Cybertron mentre gli Autobot e i Decepticon sono impegnati sulla Terra. Nel frattempo, Sam Witwicky è diventato adulto e la sua amicizia con il robot Optimus Prime continua a registrare alti e bassi e non pochi ripensamenti. Sam verrà, però, richiamato in azione a causa dei contrasti tra Usa e Russia per la conquista dello spazio, in cui un Transformer segreto avrà un ruolo strategico.
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Titolo Tree of Life, The
Anno 2011
Regista Terrence Malick
Valutazione 7
Durata 138
Genere Drammatico
Classificazione
Trama Texas, anni Cinquanta. Jack cresce tra un padre autoritario ed esigente e una madre dolce e protettiva. Stretto tra due modi dell'amore forti e diversi, diviso tra essi per tutta la vita, e costretto a condividerli con i due fratelli che vengono dopo di lui. Poi la tragedia, che moltiplica le domande di ciascuno. La vita, la morte, l'origine, la destinazione, la grazia di contro alla natura. L'albero della vita che è tutto questo, che è di tutte le religioni e anche darwiniano, l'albero che si può piantare e che sovrasta, che è simbolo e creatura, schema dell'universo e genealogia di una piccola famiglia degli Stati Uniti d'America, immagine e realtà.
L'attesa della nuova opera di uno degli sguardi più dotati e personali dell'arte cinematografica è ricompensata da un film tanto esteso, per la natura dei temi indagati, quanto essenziale. Popolato persino da frasi quasi fatte, che la genialità del regista riesce a spogliare di ogni banalità e a resuscitare al senso. Malick parla la sua lingua inimitabile, le cui frasi sono composte di immagini (tante, in quantità e qualità) e di parole (molte meno) in una combinazione unica, senza mai pontificare. Si ha più che mai l'impressione che con questo film, che parla a tutti, universalmente, non gli interessi comunicare per forza con nessuno, ma farlo innanzitutto per sé.
Testimone di una capacità rara di sapersi meravigliare, ha realizzato un film che non si può certo dire nuovo ma nel quale Terrence Malick si ripete come si ripropone il bambino nell'uomo adulto, per "essenza" vien da dire: ci si può vedere la maniera o, meglio, ci si può vedere l'autore.
Del film si mormorava addirittura che avrebbe riscritto la storia del cinema e in un certo senso The Tree of Life fa anche questo, senza inventare nulla ma spaziando dall'uso di un montaggio emotivo da avanguardia del cinema degli esordi ad una sequenza curiosamente molto vicina al finale del recentissimo Clint Eastwood, Hereafter. Il confronto, però, scorretto ma tentatore, non si pone: la passeggiata di Malick in un'altra dimensione è potente e infantile come può esserlo solo il desiderio struggente che nutre il bambino di avere tutti nello stesso luogo, in un tempo che contenga magicamente il presente e ogni età della vita. Ecco allora che il film non sarà nuovo ma rinnova, ritrovando un'emozione primigenia, fondendo ricordo e speranza. L'ultimissima immagine non poteva che essere un ponte.
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Titolo Trilli e il grande salvataggio
Anno
Regista
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama La piccola Lizzie crede nell'esistenza delle fate e trascorre le giornate arredando minuscole casette per le sue piccole amiche. Quando si trova davanti Trilli, i suoi sogni diventano realtà, ma nello stesso tempo l'esistenza della Fatina e delle sue compagne viene messa a repentaglio...
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Titolo Trilli e il tesoro perduto
Anno
Regista
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Nella Radura Incantata fervono i preparativi per la Festa d'autunno, ma la fatina Trilli, insieme alla lucciola Brillo e al folletto Terence, partirà per un viaggio avventuroso e pieno di insidie alla ricerca di un tesoro in grado di salvare il potere della Pietra di Luna.
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Titolo Tron - Legacy
Anno 2010
Regista Joseph Kosinski
Valutazione 7
Durata 127
Genere Fantascienza
Classificazione
Trama Nei quasi 30 anni che sono trascorsi dal primo Tron il mondo all'interno dei computer non è cambiato molto. Stesse voci orwelliane che parlano come da altoparlanti impartendo ordini ai programmi, stesso odio per i creativi, quasi stesse moto, stessi intercettatori e medesima passione per i videogiochi in stile Colosseo. Ad essere mutata è la leadership, non c'è più l'MCP ma C.L.U., il programma eletto e ribelle, l'angelo più vicino al Dio creativo Flynn, il quale incaricato di creare un mondo perfetto ha tradito e intrappolato il suo stesso creatore. Ora tocca al figlio di Kevin Flynn tentare di trovare e liberare il padre.
Il Tron del 1982 era un film Disney in tutti i sensi, prodotto divertente per famiglie tutto azione e fantasia. Aveva però anche la caratteristica inusuale di raccontare con rara precisione un mondo che nessuno raccontava, quello caro agli (allora pochi) appassionati di informatica. Sebbene filtrata da molte concessioni che la avvicinavano al fantasy, la storia di Tron metteva in scena piastre madri, sistemi I/O, programmi, codici, sistemi di controllo e via dicendo mantenendo inalterati i loro reali rapporti di forza. I programmi, simili ad umani che credono nei loro creatori come fossero divinità, interagivano con le componenti di un calcolatore seguendo le regole del vero mondo dell'informatica con una precisione tutta geek eguagliata solo dall'altro cult Wargames (oggi citato nella battuta: "L'unico modo di vincere è non giocare").
Questo sequel non batte il medesimo percorso e per questo sicuramente deluderà una parte del pubblico. Al tempo stesso però ne conquisterà sicuramente un'altra, perchè riesce ad andare più in là del primogenito. Tron: Legacy è un film in cui si ridefiniscono definitivamente i rapporti che umano e tecnologico intrattengono nelle narrazioni. Là dove la fantascienza solitamente sancisce la vittoria dello spirito sulla materia, cioè dell'umano sul tecnologico, Tron: Legacy si spinge fino a cercare lo spirituale nel digitale, una possibilità di rinascita tra il religioso e il mistico che ha origine nel cuore della tecnologia stessa.
Una simile fusione arriva finalmente a rappresentare al cinema i mutamenti nel modo in cui la società ha cominciato a vivere la tecnologia nell'ultimo decennio: non più una dimensione a sè, lontana e contrapposta a quella umanistica, ma un universo di possibilità in grado di comprenderla ed esaltarla. La nuova culla dell'animismo e dello spiritualismo è proprio là dove pensavamo non potesse esserci spazio per essa. Ora che è alla portata di tutti la tecnologia non è più un temuto nemico ma comprende in sè la minaccia e la soluzione, è sia bene che male.
Ma oltre ad un passo avanti nell'evoluzione del genere, Tron: Legacy è soprattutto un'opera di visione ed ascolto. Dopo una prima parte molto attenta alla sua missione di sequel, colma di riferimenti, citazioni e omaggi all'originale, il film comincia a deviare dal percorso della nostalgia aggiornata per perseguire quella che sembra la sua vera vocazione: creare un universo di immagini e suoni il cui senso e la cui potenza comunicativa vada al di là della storia raccontata.
È qualcosa che abbiamo già visto accadere, un regista proveniente dalla pubblicità (dunque più abile con le immagini che con le parole) che realizza un film di fantascienza appoggiandosi molto su un design fuori dal comune, su una fotografia e soprattutto suoni e musiche elettroniche in grado di evocare scenari distopici. I Daft Punk al pari dei designer sono infatti stati più che semplici consulenti. I primi, oltre al costante e bellissimo sottofondo musicale, hanno lavorato anche ai suoni del film mentre i secondi hanno pianificato gli immensi scenari digitali assieme al regista.
Il risultato è un'esperienza immersiva che fonde video stereoscopico e audio con un potere evocativo, straniante e suggestivo anche superiore a quello di Avatar. Senza il semplicismo manicheo e gli eccessi stereoscopici del film di Cameron (il 3D arriva solo ad un certo punto, quando si cambia mondo, come accade con il colore in Il mago di Oz) ma con un occhio più attento alla creazione di un ambiente degno della miglior distopia fantascientifica, il film dell'esordiente Joseph Kosinski è un lungo viaggio audiovisuale, magari dalla trama non proprio semplice da seguire (tra gli sceneggiatori ci sono anche alcuni appartenenti al team di Lost), ma in grado di assolvere in pieno alla funzione del cinema: comunicare audiovisivamente ciò che è inesprimibile a parole.
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Titolo Twilight
Anno
Regista Catherine Hardwicke
Valutazione 5
Durata
Genere
Classificazione
Trama Dopo il matrimonio di sua madre, l'adolescente Bella Swan si trasferisce dall'assolata Phoenix, in Arizona, a casa di suo padre nella piovosa cittadina di Forks, nello stato di Washington. Introversa e solitaria, Bella non ha grandi aspettative per quanto riguarda la nuova scuola e i nuovi compagni, ma l'incontro con Edward Cullen, bello, intelligente e spiritoso, anche se con un alone di mistero, cambia completamente le sue prospettive. Tra i due nasce prima una profonda amicizia e poi un'appassionata storia d'amore, ma quando Bella scopre la vera identità di Edward viene catapultata in un mondo misterioso dove la vita e la morte non hanno confini. Edward, infatti, appartiene a una dinastia di vampiri che ha deciso di astenersi dall'abitudine di nutrirsi con sangue umano. Tuttavia le sensazioni che l'amore per Bella provocano in lui, rischiano di risvegliare in Edward istinti primordiali.
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Titolo Twilight Saga: Eclipse, The
Anno
Regista David Slade (II)
Valutazione 4
Durata
Genere
Classificazione
Trama Un esercito di neovampiri capeggiati da Victoria sta dando la caccia a Bella. I vampiri di Edward e i licantropi di Jacob si uniscono e combattono una feroce battaglia per difendere la ragazza che, nel frattempo, è chiamata a prendere una difficile e irreversibile decisione.
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Titolo Un tipo imprevedibile
Anno 1996
Regista Dennis Dugan
Valutazione 7
Durata 92
Genere Comedy | Romance | Sport
Classificazione
Trama A Hockey player wannabe finds out that he has the most powerful golf drive in history. He joins the P.G.A. tour to make some money to save grandma's house. The downside is that his hocky player mentality doesn't really go on the P.G.A. tour. Especially with the favorite to win the championship.

Written by
Kevin Mitchell


Happy Gilmore is a failed hockey player with no direction in life. His grandmother is evicted from her house for her failure to pay back taxes, and his girlfriend has left him. He makes it on to the pro golf tour with the hope of making some money to save his grandmother's house, but is challenged by the favorites on the tour (Shooter McGavin).

Written by
Anonymous


Happy Gilmore is a rowdy boy, who was raised by his grandmother. He wants to be a hockey player but isn't because of one thing, he can't skate. When his grandmother's house is foreclosed cause of her failure to pay her taxes, and she's placed in a retirement home, Happy must try and find a way to make some money. One day while at a driving range, he discovers that he can hit a golf ball a hundred feet, so the range pro, convinces him to try being a pro golfer. Reluctant at first, because he considers himself a hockey player, but when he learns he can make a lot of money, he gives it a try and surprisingly, in addition to his amazing driving ability, his antics have made him the darling of the crowd. Shooter McGavin the tournament leader, thinks that Happy's an embarrassment and is jealous that he is stealing his spotlight, tries to get him thrown out or get him to quit.

Written by
rcs0411@yahoo.com


When his grandmother's house is taken from her, Happy Gilmore, a failed hockey player, heads out to win money from golf games to help pay for her home. Gilmore's hidden talent is soon noticed by everyone in the golf industry, and soon starts to begin feuds with the top players, like champion Shooter.

Written by
FilmFanUk
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Titolo Un tuffo nel passato
Anno
Regista Steve Pink
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Tre amici - Adam, appena mollato dalla ragazza; Nick, disilluso dal lavoro e da una moglie fedifraga; Lou, alcolista con tendenze suicide - decidono di fare una vacanza presso la stazione sciistica in cui hanno passato momenti felici e spensierati quando erano ragazzi. Insieme a loro c'è anche Jacob, il nipote di Adam, ossessionato dai videogames. Giunti sul posto, i quattro constateranno con tristezza che il posto è una vera rovina, ma decidono lo stesso di restare a vivere una folle notte d'alcool e approfittare di un bagno nella vasca per l'idromassaggio. Magicamente la vasca li trasporterà nel 1986 e per ognuno di loro sarà l'occasione di cercare di recuperare agli errori del passato in prospettiva di un futuro migliore. A patto di non cambiare troppo altrimenti che ne sarà di Jacob?
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Titolo Una notte da leoni
Anno
Regista Todd Phillips
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Alla vigilia del matrimonio del loro amico Doug, i suoi tre testimoni di nozze decidono di portarlo a Las Vegas per festeggiarne l'addio al celibato. Tuttavia, quella che doveva essere una vacanza spensierata si trasforma in una caccia all'uomo. Infatti, dopo il risveglio da una folle notte di bagordi Doug è sparito e al suo posto c'è un bambino di sei mesi di cui i tre amici ignorano la provenienza...
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Titolo Una notte da leoni 2
Anno
Regista Todd Phillips
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Dopo la catastrofica avventura dell'addio al celibato a Las Vegas, Phil, Stu, Alan e Doug hanno una nuova destinazione: la Tailandia. Stu, infatti, sta per sposare la bella Lauren, di origine tailandese, e le nozze si svolgeranno nel bel paese orientale. Per evitare i guai della volta precedente, Stu ha deciso di non celebrare l'addio al celibato, ma una folle notte di bagordi a Bangkok riserverà ai quattro amici ancora una volta vicende al di là di ogni immaginazione...
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Titolo Una spia non basta
Anno 2011
Regista McG
Valutazione 5
Durata 98
Genere
Classificazione
Trama FDR Foster e il suo amico per la pelle Tuck sono due agenti della CIA che lavorano in coppia. Mentre Tuck è divorziato e ha un figlio, FDR (che sta per Franklin Delano Roosevelt) è un dongiovanni. Finiscono entrambi per essere attratti da Lauren, una single che non vorrebbe essere più tale e che non sa chi scegliere. A questo si aggiunga che i due, che si confidano tutto, si rivelano reciprocamente per chi sta battendo il loro cuore. Da quel momento si contrasteranno senza esclusione di colpi per conquistare senza rivali l'attenzione della giovane donna.
Lasciate le Charlie's Angels e Terminator McG (Joesph McGinty Nichol) affronta la perigliosa strada del mix di generi mostrando di conoscere a dovere come si girano scene d'azione (con una di esse apre il film) ma rivelando qualche incertezza in più nel momento in cui affronta la "romantic-spy story". Se un antesignano cambiato di segno si poteva trovare in Mr. & Mrs. Smith buona parte del terreno aveva bisogno di essere esplorata. Il problema è dato dal fatto che spesso le spy stories partono da presupposti verosimili per poi lasciarsi andare a inverosimiglianze a livello esponenziale. Le romantic stories invece debbono sì far sognare ma mantenendo un livello (se non di verosimiglianza) almeno di 'possibilità' che quello a cui si assiste possa accadere nella vita reale. Qui la parte spy (che costituisce il versante originale dello script) finisce con il mettere invece a dura prova la sospensione dell'incredulità da parte dello spettatore. Perché è sicuramente divertente vedere i due agenti amici/rivali combattersi con le armi che usualmente utilizzerebbero nel lavoro contro i nemici ma viene da chiedersi come mai il loro capo, venutone a conoscenza (altrimenti che accolita di spioni è la CIA?) non li cacci via. La scena in cui la casa di Lauren viene infestata di cimici e telecamere nascoste è efficace nella sua assurdità. Così come brillanti sono i confronti sul da farsi con l' "esperta" amica Trish. Ciò però che offre un'occasione di interesse che va probabilmente al di là delle intenzioni del regista è la dimensione del voyeurismo che pervade ormai non solo le spie ma molti di noi grazie a mezzi sempre più raffinati che permettono di guardare dal buco della serratura (come si diceva una volta). Le spie che si spiano assomigliano ai veri e quotidiani Signor Rossi.
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Titolo Unthinkable
Anno 2010
Regista Gregor Jordan
Valutazione 7
Durata 97
Genere Drammatico
Classificazione
Trama Un thriller psicologico incentrato su di un interrogatore black-ops e un agente dell'FBI che mettono sotto pressione un sospetto terrorista nel tentativo di fargli confessare la localizzazione di tre set di armi nucleari pronte a esplodere sugli Stati Uniti
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Titolo Up
Anno
Regista
Valutazione 8
Durata
Genere
Classificazione
Trama Il 78enne Carl Fredricksen decide finalmente di mantenere la promessa fatta alla moglie quando erano bambini e a realizzare il desiderio di una vita. Aggancia quindi migliaia di palloncini alla sua casa e vola via per raggiungere le zone selvagge del Sudamerica. Tuttavia, una volta raggiunta l'alta quota si renderà conto di avere a bordo un clandestino difficile da sbarcare, mentre imprevisti di ogni sorta renderanno sempre più difficile raggiungere la meta...
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Titolo Viaggio al centro della Terra
Anno
Regista Eric Brevig
Valutazione 5
Durata
Genere
Classificazione
Trama L'incredibile avventura di tre esploratori - il visionario scienziato Trevor Anderson, suo nipote Sean e la loro affascinante guida islandese Hannah - alla scoperta di un insolito regno nascosto sotto la superficie terrestre. I tre visiteranno luoghi meravigliosi e incontreranno creature fantastiche, ma il pericolo è sempre in agguato e per questo dovranno trovare rapidamente una via per tornare sulla superficie, prima che sia troppo tardi...
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Titolo Viaggio nell'isola misteriosa
Anno
Regista Brad Peyton
Valutazione 5
Durata
Genere
Classificazione
Trama Il giovane esploratore Sean Anderson intraprende insieme ad Hank, il compagno di sua madre, Gabato, pilota di elicotteri, e alla bella e determinata Kailani una pericolosa spedizione organizzata per ritrovare suo nonno, scomparso durante l'esplorazione di un'isola sperduta...
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Titolo WALL·E
Anno 2008
Regista Andrew Stanton
Valutazione 9
Durata 98
Genere Animation | Adventure | Family | Romance | Sci-Fi
Classificazione
Trama In a distant, but not so unrealistic, future where mankind has abandoned earth because it has become covered with trash from products sold by the powerful multi-national Buy N Large corporation, WALL-E, a garbage collecting robot has been left to clean up the mess. Mesmerized with trinkets of Earth's history and show tunes, WALL-E is alone on Earth except for a sprightly pet cockroach. One day, EVE, a sleek (and dangerous) reconnaissance robot, is sent to Earth to find proof that life is once again sustainable. WALL-E falls in love with EVE. WALL-E rescues EVE from a dust storm and shows her a living plant he found amongst the rubble. Consistent with her "directive", EVE takes the plant and automatically enters a deactivated state except for a blinking green beacon. WALL-E, doesn't understand what has happened to his new friend, but, true to his love, he protects her from wind, rain, and lightning, even as she is unresponsive. One day a massive ship comes to reclaim EVE, but WALL-E, out of love or loneliness, hitches a ride on the outside of the ship to rescue EVE. The ship arrives back at a large space cruise ship, which is carrying all of the humans who evacuated Earth 700 years earlier. The people of Earth ride around this space resort on hovering chairs which give them a constant feed of TV and video chatting. They drink all of their meals through a straw out of laziness and/or bone loss, and are all so fat that they can barely move. When the auto-pilot computer, acting on hastily-given instructions sent many centuries before, tries to prevent the people of Earth from returning by stealing the plant, WALL-E, EVE, the portly captain, and a band of broken robots stage a mutiny.

Written by
Anonymous
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Titolo War Horse
Anno
Regista Steven Spielberg
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Un grande storia d'amicizia tra un cavallo chiamato Joey e il giovane Albert. Sullo sfondo, i paesaggi rurali d'Inghilterra, durante il primo conflitto mondiale. Il film è incentrato sul forte legame esistente tra il cavallo e il suo addestratore: si tratta di un affetto profondo, sincero, che viene improvvisamente messo in crisi quando, ai due, viene imposto di separarsi. Inizia così l'epico viaggio di Joey attraverso scenari di guerra. Durante questo difficile ed avventuroso percorso, il cavallo lascerà un segno indelebile nella vita delle persone che incontrerà sul suo cammino: la cavalleria britannica, i soldati tedeschi, un contadino francese e sua nipote.
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Titolo Wargames - Giochi di guerra
Anno 1983
Regista John Badham
Valutazione 6
Durata 110
Genere Drammatico
Classificazione
Trama Diciassettenne americano, precoce asso dell'informatica, s'inserisce nel sistema che controlla l'organizzazione di difesa del Pentagono e ingaggia una partita di guerra termonucleare totale. Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo.
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Titolo Warrior's Way, The
Anno 2010
Regista Sngmoo Lee
Valutazione 6
Durata
Genere Azione
Classificazione
Trama Un guerriero asiatico specializzato nell'assassinio trova la pace, la soddisfazione e forse l'amore in una città western dimenticata, che si trova in prossimità del deserto. Ma poi dovrà combattere con ..?
The Warrior's Way è un film fantastico d'azione prodotto dal Premio Oscar Barrie M. Osborne e diretto dal regista coreano Sngmoo Lee, al suo debutto registico dopo aver insegnato per cinque anni alla New York Film School. Nel cast Kate Bosworth (Superman Returns), il Premio Oscar Geoffrey Rush (Shine), Danny Huston (The Kingdom) e Tony Cox (The Hustle).
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Titolo Watchmen
Anno 2009
Regista Zack Snyder
Valutazione 6
Durata 163
Genere Azione
Classificazione
Trama Ottobre 1985. Un uomo precipita dall'alto di un palazzo di New York e una goccia di sangue macchia per sempre un sorriso. Edward Blake, il Comico, è morto, non è più tempo di scherzi. Rorschach era un suo collega ed ora è inquieto. Si è convinto che Blake fosse solo il primo della lista, qualcuno sta complottando contro gli avventurieri in costume e lui si deve affrettare ad avvertire gli ex compagni, ridotti all'inattività dal decreto Keene. Jon Osterman, ovvero dottor Manhattan ovvero il deterrente nucleare in mano agli Stati Uniti, la sua ragazza Laurie Spettro di Seta (II), il fedele amico Dan Gufo Notturno (II), e l'uomo più intelligente del mondo, Adrian - Ozymandias - Veidt, devono sapere e tornare in azione. Ma Jon si è autoesiliato su Marte e Rorschach cade a sua volta in un'imboscata. Sull'orologio dell'apocalisse, la mezzanotte si fa sempre più vicina.
Opera di carta dei britannici Alan Moore, alla scrittura, e Dave Gibbons, al disegno, il graphic novel Watchmen, al momento della sortita, riscrive le regole dell'universo di appartenenza, quello dei supereroi. I giustizieri che vivono nell'epoca della terza candidatura di Nixon e della vittoria americana in Vietnam non hanno superpoteri - con l'eccezione dell'iperbolico Manhattan - sono sporchi di malefatte, zavorrati dalle nevrosi e corteggiati dal delirio, sia esso di onnipotenza o di indifferenza. Si muovono dentro colori acidi, pagine di letteratura, echi di Shelley, Dylan, Giobbe, Einstein e Jung.
La trasposizione cinematografica di Zack Snyder, fedelissima là dove il concetto di tradimento non calcola l'omissione (necessaria), vibra di devota passione al modello, sboccia con dei titoli di testa che non possono non dirsi incantevoli e resta in fiore per una buona metà del tempo, senza mai veramente accasciarsi ma appassendo naturalmente verso l'epilogo, luogo della resa dei conti col fumetto.
Snyder non è regista di sottigliezze e basso profilo e non indossa guanti bianchi. La sua mano è pesante, non conosce astrazione; smargiasso, fa un frullato di alcuni delle migliori canzoni di fine millennio e le usa a commento, letterale didascalia; ringiovanisce, abbellisce, insomma ridisegna, pur conservando le immagini più eloquenti e in buona parte il piacere del testo. L'universo simbolico e l'aspirazione alla rottura evaporano e quel che resta è una buona pellicola superomistica.
Watchmen film è ciò che Snyder ha visto nelle tavole di Moore, la sua personale interpretazione delle macchie di Rorschach, giusta o ingiusta non è lecito dire; l'ultima parola, l'arma letale - avverte il film - è un telecomando. Certo il test è superato, il dogma dell'infattibilità smentito e gli "uomini straordinari" di leggendaria sfortuna cinematografica risarciti e sostituiti da una corte di ben più appassionati e appassionanti guardiani da guardare.
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Titolo Winnie the Pooh - Nuove avventure nel bosco dei 100 acri
Anno 2011
Regista Stephen J. Anderson, Don Hall
Valutazione 7
Durata 65
Genere Animazione
Classificazione
Trama Pooh si sveglia con il pancino che brontola e scopre di non avere più miele in casa. Esce per andarlo a cercare ma s'imbatte nel dramma di Ih-Oh, che ha perso misteriosamente la coda. Riportare la coda all'amico asinello diventa la cosa più importante da fare per Pooh e tutti i compagni del Bosco dei Cento Acri, almeno finché non accade di peggio. Infatti Christopher Robin non si trova da nessuna parte e il gufo Uffa, traducendo un suo biglietto autografo, afferma che è stato rapito dal mostro Appresto. La giornata diventa così piuttosto impegnativa per un orsetto che era uscito solo per cercare del miele…
Primo lungometraggio sul grande schermo da oltre 35 anni, il film dell'orsetto di pezza Winnie The Pooh, nato dalla penna di A. A. Milne e ispirato ai veri pupazzi del figlio dell'autore, Christopher Robin, vede la luce sotto il regno di John Lasseter e non gli poteva andare meglio. Fino ad ora, infatti, il pregiudizio sullo zuccheroso orsetto goloso di miele, dal cervello piccolo e il cuore grande, non solo era lecito ma appariva addirittura avvalorato da molti dei cortometraggi in circolazione, realizzati con tratto troppo rapido e digitale. I registi Stephen J. Anderson e Don Hall riescono invece nell'impresa di fare un film contemporaneo proprio andando a ripescare il classico. Basterebbe far notare che a cantare la musichetta originale del personaggio, riarrangiata ma riconoscibilissima, c'è un'icona indie come Zooey Deschanel e dovremmo esserci intesi. Ma c'è di più e di meglio. La storia guarda agli esordi di Winnie Pooh, ai corti degli anni Sessanta (poi riuniti a loro volta in un lungo), dove la progressione narrativa procede "a cascata" esattamente come avviene nel gioco infantile, capace di distrarsi ad ogni occasione senza perdersi mai. Il tratto, poi, è quello tipico dell'acquerello e del disegno fatto a mano che, combinato con la messa in scena di contesto e paratesto - i personaggi escono letteralmente dalle pagine, a volte portando con sé alcune parole o utlizzando una stringa di lettere come vera e propria soluzione narrativa - riescono nell'incredibile: dare al prodotto un senso di artigianalità e unicità nonostante il marchio rappresenti un emblema della serialità e dello sfruttamento commerciale universale.
Dulcis (è il caso di dirlo) in fundo, alcune sequenze come quella della descrizione del mostro Appresto (Backsoon), realizzata sul fondo nero di una lavagna, o quella delle allucinazioni da fame di Pooh, che vede ogni cosa prendere le fattezze di un vasetto di miele, riportano alla mente le soluzioni più graficamente inventive, psichedeliche e straordinarie dei vecchi classici Disney. Dopo questo film il pregiudizio non è più ammesso, ma sarà di certo più difficile tornare ad accontentarsi degli episodi televisivi.
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Titolo X-Men
Anno
Regista Bryan Singer
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Ciclope, Jean Grey e Tempesta sono i figli dell'atomo, il prossimo anello nella catena evolutiva. Ognuno di loro - nato da una mutazione genetica - ha un potere particolare: gli occhi di Ciclope emettono un raggio di energia che può scavare un buco nelle montagne. La forza di Jean è sia telecinetica che telepatica. Tempesta può manipolare ogni forma di condizione metereologica. Nonostante gli X-men siano avversati da quanti non accettano la loro diversità, essi, guidati dal professor Charles Xavier, hanno imparato ad utilizzare i loro poteri per il bene dell'umanità. La loro prossima battaglia è contro Magneto, un vecchio amico e collega del professore convinto che esseri umani e mutanti non possano convivere e che i mutanti siano gli eredi del futuro del mondo. TRAMA LUNGAPer l'umanità il momento è delicato. I mutanti, esseri il cui DNA è corredato da un gene X che garantisce loro poteri sovrumani, sono in procinto di sopravanzare l'uomo. Il senatore Kelly, preoccupato, cerca di far approvare dal congresso degli Stati Uniti una legge che permetta la schedatura di tutti gli esseri sui quali sia stato riscontrato un gene mutante. L'iniziativa scatena violente reazioni sul fronte dei mutanti, che si dividono in due fazioni. Da un lato la Fratellanza dei mutanti malvagi, con a capo Magneto, che non ha intenzione di farsi schedare come bestiame ed è pronta a combattere la guerra contro l'umanità. Dall'altra c'è il gruppo guidato dal genetista professor Xavier, paraplegico, che si sforza di cercare una via di convivenza con gli umani. In attesa di questa soluzione però i suoi uomini vivono come terroristi. Ciclope, Tempesta, Jean Grey si dedicano con molti rischi alla loro missione, e con loro ci sono altri due appena arrivati: l'adolescente Rogue, e Wolverine, essere dall'indole bestiale capace di guarire subito da qualsiasi ferita e dotato di micidiali artigli nelle mani. La lotta tra i due gruppi e contro il senatore Kelly prosegue senza esclusione di colpi. Il senatore cade prigioniero dei mutanti, e Magneto poi rapisce Rogue. Per liberarla si scatena una battaglia spaziale di grandi proporzioni. Poi Wolverine affronta Magneto, e Rogue è salva. Ora Magneto e Xavier sono di fronte e giocano a scacchi. Magneto vorrebbe la guerra. Xavier lo conduce alla calma, e lo congeda con parole di pace e di amicizia.
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Titolo X-Men 2
Anno 2003
Regista Bryan Singer
Valutazione 7
Durata 133
Genere Fantascienza
Classificazione
Trama Magneto (Ian Mckellen) è relegato nella prigione di plastica, ma le minacce per la sicurezza degli X-Men non sono finite.
Un mutante sembra macchiarsi di un crimine gravissimo; l'attentato alla vita del presidente degli Stati Uniti.
Quell'uomo è Kurt Wagner (Alan Cumming / "Birthday Party"), alias Nightcrawler. L'attentato scatena una campagna persecutoria nei confronti degli X-Men; il generale Striker viene incaricato di colpire il male alla radice e prepara in imboscata alla scuola speciale del dottor Xavier (Patrick Stewart / Star Trek).
La nuova generazione di X-Men cresce sotto la guida di Bryan Singer per assumere il ruolo di protagonista nel sequel del film ispirato all'omonima serie di fumetti della Marvel Comics.
E il sequel inaugura la saga, lasciando intravedere potenziali sviluppo e successivi episodi. La ricetta di Bryan Singer migliora con la pratica; la "seconda portata" prevede meno fumetto e più sceneggiatura.
La spettacolarizzazione dei contenuti, filtrati attraverso la fiction, l'azione e l'avventura, è una operazione che raramente riesce anche al rodatissimo cinema americano di genere.
Merito anche di "maschere" eccellenti come Ian McKellen e Patrick Stewart prese a prestito da "caratteri" shakespeariani, affiancati ai sex symbol del momento o, più semplicemente ad attori di buon mestiere.
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Titolo X-Men le origini: Wolverine
Anno 2009
Regista Gavin Hood
Valutazione 6
Durata 118
Genere Azione
Classificazione
Trama Sulle montagne rocciose canadesi, Logan cerca la pace dopo un secolo di guerre e violenza. Silverfox lo ama e lo incoraggia a dar retta alla propria natura umana e a tenere a bada la forza sovrumana e mutante che è in lui, ma il brutale assassinio della donna da parte del fratello Victor, riporta inevitabilmente Logan nelle mani di Stryker, che vuole fare di lui l'Arma X, una macchina da guerra indistruttibile. Nel corso di un'operazione d'indicibile sofferenza, lo scheletro di Wolverine viene rivestito di adamantio e ne esce un essere invulnerabile, il più micidiale degli esperimenti di laboratorio che Stryker sta operando sui mutanti: un cuore di dolore dentro un'impalcatura di rabbia, in attesa di rivolgere la propria furia contro il giusto nemico.
Brian Singer aveva coccolato il personaggio di Wolverine, gli aveva dato fascino, mistero, sofferenza. Gli aveva offerto spazio e aperto per lui una fessura sul passato. Gavin Hood non fa di meglio. Apre all'insegna del trauma e della notte, con un prologo che resterà, però, un piccolo cortometraggio a sé stante, nel quale il piccolo Logan uccide il suo vero padre, non intuendone l'identità, e si dà alla prima delle tante fughe da se stesso. Il seguito è un'irrisolta ricerca delle giuste proporzioni, tra azione e sentimento, racconto e allusione, sfaccettature ironiche e appiattimenti unidimensionali.
La carica animalesca che fa di Logan un diverso fra i diversi è ciò che resta più d'ogni altra cosa fuori scena e, se non fosse per Liev Schreiber nelle vesti di Sabretooth, la cui presenza scenica è una vera e propria forza sulla quale Hugh Jackman può far leva per goderne di riflesso, la sensazione rischierebbe di essere quella di trovarsi di fronte ad un sottosviluppo di Wolverine, anziché al racconto del suo perfezionamento.
Hood e Benioff hanno mescolato le carte del fumetto e sul campo si contano vinti e vincitori: Deadpool e Gambit sanno farsi apprezzare, Blob e Emma Frost si fanno sprecare, Ciclope si salva fortuitamente.
Wolverine è un buon film d'azione, che non si sottrae alla domanda di approfondimento che il genere porta recentemente e piacevolmente con sé nella sua declinazione supereroistica, ma risponde in maniera intermittente, balbettante, per cui non mancano le buone battute ma all'interno di un percorso senza imprevisti e non difetta qualche bella sequenza - specie nella prima parte, con le gesta del Team X - ma nemmeno il già visto. Gli artigli di osso sono stati convertiti in spade di adamantio ma non aprono squarci memorabili, fanno giusto qualche graffietto. La vendetta ai Vendicatori.
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Titolo X-Men: conflitto finale
Anno
Regista Brett Ratner
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Finalmente la sfida tra umani e mutanti sta per subire una svolta decisiva: questi ultimi verranno accettati e integrati nella comunità se decideranno di sottoporsi alla cura per la sottrazione dei loro poteri. Il dottor Xavier e i suoi seguaci, fedeli al concetto di tolleranza, si trovano ancora una volta a dover combattere contro l'ostile Magneto e il suo esercito di mutanti ribelli che si è arricchito di una nuova terribile alleata: la Fenice Nera, ovvero la rediviva Jane Grey passata dall'altra parte della barricata...
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Titolo X-Men: L'inizio
Anno 2011
Regista Matthew Vaughn
Valutazione 6
Durata 132
Genere Azione
Classificazione
Trama Prima di essere il Professor X e Magneto, Xavier e Erik sono stati due ragazzi e due grandi amici. Fianco a fianco hanno militato per la CIA, andando alla ricerca dei mutanti in tutto il mondo, per invitarli a non vergognarsi di sé e a unirsi a loro. Ma mentre Xavier sogna da sempre l'integrazione pacifica nella società degli umani, Erik si sente minacciato dalla razza umana e pensa a un esercito di mutanti e a una guerra inevitabile. Da bambino, ha visto sua madre venire uccisa sotto i suoi occhi, in un campo di concentramento, dall'infernale Sebastian Shaw e sono state proprio la rabbia e il dolore a portare alla luce i suoi poteri. Adulto, con l'aiuto di Xavier, Raven e dei giovani mutanti che hanno reclutato, si mette sulle tracce di Shaw e lo trova in Russia, intento a costringere il Cremlino a piazzare dei missili nucleari a Cuba per scatenare la terza guerra mondiale.
Si può discutere su quale sia la battuta migliore del film, se il cameo di Wolverine o le previsioni di James McAvoy ("presto sarò anche pelato") ma certo non si può non felicitarsi del ritorno di Bryan Singer, qui in veste di produttore, a un immaginario di cui è stato finora l'interprete più fedele e appassionato.
Il film, per la regia di Matthew Vaughn, s'ispira principalmente alle storie di Chris Claremont e alla stagione del "club infernale", capeggiato da Shaw e dalla regina bianca Emma Frost, ma assomma personaggi che nel fumetto sono appartenuti a età diverse -Bestia, Havok, Banshee, Azazel, Angel, il recentissimo Darwin- scommettendo su un cast tanto insolito quanto piuttosto efficace.
L'ambientazione anni Sessanta, oltre a favorire l'inserimento di January Jones (Mad Men), rende conto di un gusto rétro diffuso tra i blockbuster dell'ultima ora, ma è in fondo anche una testimonianza di sintonia con una serie che da sempre si "riavvia" da sé, piantando le radici nel terreno più fertile. Infine, è un espediente che funziona per sottrarre i personaggi da una dimensione fantascientifica (con tecnologie d'avanguardia che allontanano i loro scontri oltre l'ennesima potenza dell'inverosimile) e riportarli, pur sempre nell'alveo del fantastico, dentro un contesto noto, schematico come una battaglia navale e apocalittico come una guerra nucleare. La crisi dei missili di Cuba, soglia potenziale di un reale armageddon, per usare un termine in tema, fa buon gioco per sistemare i "buoni" da una parte, i "cattivi" dall'altra e i mutanti nel mezzo e ricordarci che è tutta lì che si gioca la bellezza degli X-men, nello spazio di libertà che li caratterizza e li imprigiona, nel loro avere dei super poteri (che senso di libertà, che divertimento, che ritorno all'infanzia!) e nell'essere però costretti a scegliere come impiegarli, per difendersi o per attaccare, per socializzare o ghettizzarsi (tutti crescono, anche i mutanti, anche se c'è chi invecchia più lentamente). Mettendo in scena quei ragazzini che giocano a far sfoggio di bizzarre abilità in una stanzetta, dietro una tenda da teatro o meglio una vetrina da negozio di animali, il film recupera dunque anche l'idea originaria di una mutazione legata anche all'adolescenza, periodo della vita in cui il fisico appare come un nemico, l'inserimento in società come un'opzione non sempre gradita, l'identità una variabile costante e la ribellione un richiamo. Ma su questa delicata accezione di mutazione se ne disegna da subito una ben più tragica, dove la X smette di essere il simbolo buono per la tutina da supereroe e diventa un marchio, un tatuaggio indelebile. Speciali e dunque discriminati, i mutanti sono un popolo condannato alla persecuzione, vittima di un razzismo che acceca, per vendetta e al contrario, anche i più sensibili tra loro: come X-men 2 era stato il film di Wolverine (di gran lunga più e meglio dello spin-off) non c'è dubbio che questo sia il film di Magneto, l'Anakin della saga, attraversato da una ferita senza cura possibile e destinato a procurarne di terribili a sua volta. Fassbender gli presta uno sguardo intelligente e fermo, privo di smorfie da bel tenebroso ma non certo privo di fascino né di sentimento.
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Titolo Yattaman - Il film
Anno 2009
Regista Takashi Miike
Valutazione 6
Durata 119
Genere Action | Comedy
Classificazione
Trama Every week, toy-shop owner Gan and his cute assistant Ai battled the evil Doronbo gang. The gang led by femme fatale Doronjo and her assistants-pig-nosed muscleman Tonzra and rat-faced mecha genius Boyacky-for pieces of the mystical skull stone, and every week the Doronbo gang failed (usually due to incompetence). Then there was a mushroom cloud, Gan and Ai did their Yatterman dance and the gang regrouped the following week to do it all over again.

Written by
SUBWAY CINEMA
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Titolo Zora la vampira
Anno 2000
Regista Antonio Manetti, Marco Manetti
Valutazione 6
Durata 95
Genere Commedia
Classificazione
Trama Stanco di bere il sangue dei contadini del posto, il conte Dracula decide di lasciare la Transilvania e di trasferirsi a Roma, città della quale ha avuto modo di ammirare le bellezze grazie alla sua parabola satellitare. Giunto in Italia su un cargo clandestino e trattato come un extracomunitario, Dracula inizia la sua nuova vita nella periferia di Roma. Frequentando uno dei centri sociali del luogo, ambiente hip-hop e reggae, il conte incontrerà Zora, artista del graffito che gli cambierà la vita. Horror comico e pessimismo sociale confluiscono in questo film che racconta una storia di persone al margine: tossici, rasta, writers, musicisti. Bravissimo Carlo Verdone, produttore del film, nel ruolo del commissario Lombardi.