Elenco dei film di Griffith

Immagine
Titolo Pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare
Anno
Regista Rob Marshall
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Jack Sparrow si allea con una bella avventuriera senza scrupoli, Angelica, che è in cerca della mitica Fontana della Giovinezza. I due però non sono i soli interessati a questa 'caccia al tesoro', ma dovranno fare i conti con il pirata Barbanera...
Immagine
Titolo Planet 51
Anno
Regista
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Per i verdi abitanti del Pianeta 51 la giornata è iniziata sotto il segno della tranquillità, ma ben presto diventano gli sfortunati testimoni di un drammatico evento: l'arrivo di una navicella spaziale con a bordo il capitano Charles 'Chuck' Baker, un astronauta terrestre. Il panico dilaga, e non solo per i residenti terrorizzati all'idea di un invasione aliena, ma anche per Chuck, convinto di essere atterrato su un pianeta disabitato. Con l'aiuto del giovane autoctono Lem e del suo robottino 'Rover', programmato per ritrovare Chuck in qualsiasi caso, l'astronauta cercherà di sfuggire alla cattura e tornare alla sua navicella spaziale prima di diventare parte della collezione permanente esposta al 'Museo degli Invasori Alieni del Pianeta 51'.
Immagine
Titolo Ponyo sulla scogliera
Anno
Regista
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama La pesciolina Ponyo, scappata dalla sua casa sul fondo del mare, durante la fuga resta incastrata in un vasetto di vetro. Sosuke, un bambino di cinque anni che vive con la mamma su una collina vicina a un villaggio sul mare, la trova e la aiuta a liberarsi. Da quel momento i due diventano grandi amici e con il tempo l'amicizia si trasforma in un sentimento più grande e forte. Ponyo è decisa a rimanere nel mondo degli umani, ma suo padre, che un tempo era un uomo, decide di riportarla a casa. Ponyo riuscirà a fuggire di nuovo e a trasformarsi in una bambina, ma la sua scelta scatenerà uno tsunami che metterà a rischio la vita degli abitanti del villaggio e dei marinai a bordo delle navi a largo, tra cui l'imbarcazione guidata dal padre di Sosuke. L'ira del mare si placherà solo grazie alla bontà dei sentimenti di Sosuke verso la sua cara amica.
Immagine
Titolo Porgi l'altra guancia
Anno
Regista Franco Rossi
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama In un misero villaggio ai Caraibi, sul finire del '600, un sacerdote e un ex galeotto che si finge prete proteggono i poveri dalle prepotenze e dai soprusi di un signorotto locale.
Immagine
Titolo Prince of Persia - Le Sabbie del Tempo
Anno
Regista Mike Newell
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Il principe Dastan, affascinante mascalzone, si troverà costretto suo malgrado a unire le forze con la misteriosa principessa Tamina per lottare con lei contro le forze oscure che vogliono impadronirsi di un antico e leggendario pugnale. La poderosa arma infatti è in grado di scatenare le 'Sabbie del Tempo' e può permettere al suo possessore di dominare il tempo e con esso il mondo.
Immagine
Titolo Professor Layton e l'eterna diva
Anno 2009
Regista Masakazu Hashimoto
Valutazione 7
Durata 99
Genere Animation | Adventure | Crime | Mystery
Classificazione
Trama Archeologist and avid puzzle solver Professor Layton and his assistant Luke think back to one of their earliest cases together... Famed singer Janice Quatlane requests Layton's help after a strange meeting with a little girl. The girl claims to posses eternal life and to be the reincarnation of Janice's friend Melina. Layton and Luke attend Janice's new opera. At the end of the performance, the guests are startled to find that the entire opera house has been converted into a ship and a mystery man now holds them all captive. The man forces them to solve a series of riddles. The winner will receive the secret to eternal life, but it could mean death for the losers....

Written by
L. Hamre
Immagine
Titolo Puerto Escondido
Anno
Regista Gabriele Salvatores
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Vicedirettore di banca a Milano, il quarantenne Mario Tozzi, occasionalmente in Questura, vede il commissario Viola uccidere un collega. Il funzionario se ne accorge e giorni dopo spara a Tozzi che, in seguito, ancora degente in casa, assiste ad un altro assassinio di Viola nella persona del commissario Di Gennaro. Testimone scomodo, oltreché complice essendo stato obbligato ad aiutare il reo nell'occultamento del cadavere, Mario pensa bene di fuggire in Messico. Conosciuto qui un duo di italiani, Alex e Anita, che vivono di espedienti, Mario fa lega con loro e comincia a vivere una vita del tutto diversa da quella abituale. Dapprima Alex, facendo ricorso agli ultimi "pesos" del milanese, acquista in società un gallo da combattimento; poi il terzetto si dà al piccolo narcotraffico sulle colline. Quand'ecco che, in un villaggio, Mario si trova davanti il commissario Viola suo persecutore. Costui, lasciata l'Italia ha sposato in loco una vedova con due figli e fa il cuoco nella locanda di lei, ma non sembra conservare rancore verso il testimone oculare. Intanto Anita ha proposto un nuovo e rischioso affare: rapinare un ricco proprietario terriero il giorno in cui provvede a pagare i suoi lavoranti. L'aggressione avviene, gli amici fuggono, ma la polizia interviene. Mario, scappato fra rocce e deserto, si ritrova solo. Essendo stato messo in prigione Alex, Anita (che ha con sé la valigetta dei soldi) si mette in testa di assaltare il carcere insieme a Mario e a Viola, per salvare l'amato bene. La spedizione riesce: c'è una sparatoria, le guardie vengono rinchiuse in guardina ma, mentre i tre - ora quattro - fuggono, una guardia spara e colpisce Mario. Dal letto che lo accoglie in ospedale egli scorge Viola e i due amici in manette.
Immagine
Titolo Punto di non ritorno
Anno
Regista Paul W.S. Anderson Paul Anderson
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Nell'anno 2047, viene organizzata una spedizione allo scopo di recuperare la Event Horizon, un prototipo di nave spaziale progettato per raggiungere le stelle più lontane e scomparso sette anni prima. Autore del progetto è il dottor Weir, uno scienziato perseguitato dal ricordo del suicidio della moglie Claire, che sogna come un incubo ricorrente. Della spedizione affidata ad un gruppo di specialisti nel salvataggio spaziale, fanno parte il comandante Miller, il navigatore Stark, i tecnici Peters e Cooper, l'ingegnere Justin, il dottor D.J. e il pilota Smith. Solo dopo essersi inoltrati nello spazio, Weir spiega che la Event Horizon è stata la prima nave spaziale progettata per superare la velocità della luce ed è scomparsa dopo l'attivazione del "sistema di gravità", il rivoluzionario dispositivo tecnologico di cui è dotata. Weir fa ascoltare una registrazione, unico indizio sulla misteriosa scomparsa: si sentono grida e lamenti disumani e terrificanti. L'equipaggio comincia ad avere paura, che aumenta quando appare la sagoma a forma di croce dell'Event Horizon e i biomonitor, in cerca di forme di vita, registrano dati strani e anormali. Saliti a bordo, tutti possono verificare che i membri della nave sono stati eliminati per avere oltrepassato i limiti temporali prefissati. 72 giorni dopo, la Event Horizon esplode, alcuni sopravvivono e tornano sulla nave di origine. Ma il mistero della Event Horizon resta insoluto.
Immagine
Titolo Puzzole alla riscossa
Anno
Regista Roger Kumble
Valutazione 3
Durata
Genere
Classificazione
Trama Il costruttore Dan Sanders viene coinvolto in un progetto milionario che vedrà la realizzazione di un vasto complesso residenziale a discapito di una riserva naturale. L'inizio dei lavori, però, verrà boicottato dai pelosi abitanti della foresta che ingaggeranno una battaglia senza esclusione di colpi il cui bersaglio principale sarà proprio lo stesso Dan.
Immagine
Titolo Quasi amici - Intouchables
Anno
Regista Eric Toledano Olivier Nakache
Valutazione 8
Durata
Genere
Classificazione
Trama Il ricco e aristocratico Philippe è divenuto paraplegico a seguito di un incidente di parapendio e ha bisogno di una persona che si prenda cura di lui. La scelta cade su Driss, un ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione e, forse, la persona meno adatta per questo tipo incarico. I due opposti universi entreranno ben presto in rotta di collisione, ma prima dello scontro finale troveranno un punto d'incontro che sfocerà in un'amicizia profonda, quanto inaspettata...
Immagine
Titolo Quest for Zhu
Anno 2011
Regista Bob Doucette
Valutazione 6
Durata 72
Genere Animation | Adventure | Family | Fantasy
Classificazione
Trama The heartwarming tale of four lively young teens (who just happen to be hamsters) on a quest to find the Palace of Zhu, where they believe all their dreams will come true. Join the feisty and lovable Pipsqueak,Mr. Squiggles, Chunk, Num Nums, and Stinker as she gets swept away to the other side of the Zhuniverse.

Written by
Anonymous
Immagine
Titolo Rabid Rider
Anno 2010
Regista Matthew O'Callaghan
Valutazione 7
Durata
Genere Animation | Short | Comedy | Family
Classificazione
Trama
Immagine
Titolo Rango
Anno
Regista
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Rango è un camaleonte domestico, abituato a vivere nel suo comodo e tranquillo terrario, che a causa di uno sbandamento dell'auto dei suoi proprietari, si troverà perso in nel mezzo del deserto. Tuttavia, il suo coraggio e la sua voglia di protagonismo lo faranno diventare l'imprevisto eroe di una cittadina del West chiamata Dirt...
Immagine
Titolo Rapunzel - L'intreccio della torre
Anno
Regista
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Flynn Rider è un affascinante bandito che, grazie al suo bell'aspetto, alla parlantina sciolta e a una discreta dose di fortuna, ha sempre avuto vita facile nonostante sia tra i fuorilegge più ricercati del regno. Rapunzel, invece, è una bella e stravagante ragazza dagli splendidi capelli d'oro, lunghi oltre venti metri, che vive reclusa in un'altissima torre. Un giorno, mentre è in fuga dalle autorità, Flynn trova riparo proprio nella torre in cui è confinata Rapunzel. La ragazza vedrà nel bel ladro la sua unica possibilità di fuga e insieme i due vivranno una rocambolesca avventura anche in compagnia di un cavallo "poliziotto", di un camaleonte ultraprotettivo e di una banda di scorbutici balordi.
Immagine
Titolo Reader - A voce alta, The
Anno 2008
Regista Stephen Daldry
Valutazione 7
Durata 124
Genere Drammatico
Classificazione
Trama Michael è un ragazzo che nella Berlino del dopoguerra viene soccorso da una avvenente donna sulla trentina. Quando, guarito da una grave malattia si reca da lei per ringraziarla viene a sua volta gratificato dal desiderio sessuale che la donna prova nei suoi confronti. Da quel momento continueranno a incontrarsi ma, insieme ai frequenti rapporti sessuali, si dedicheranno alla lettura dei classici. Infatti Hanna ama moltissimo le letture di Michael. Il quale, ormai adulto e divenuto avvocato, sta tornando col pensiero a quella misteriosa donna della quale, del tutto casualmente, aveva negli anni successivi scoperto il drammatico passato.
Stephen Daldry ci offre un tentativo di sintesi del suo cinema precedente. Per un aspetto torna l'attenzione a una fase fondamentale della crescita di un adolescente come in Billy Elliot e per l'altro la voglia di cimentarsi con una storia che si muove su più scenari narrativi come accadeva in The Hours. Perché The Reader (che in inglese conserva l'intrigante attribuzione sia maschile che femminile) è una storia divisa in due. Nella prima parte fonde con uno sguardo vivace, e al contempo indagatore, l'iniziazione sessuale del protagonista maschile con la fame di cultura letteraria della donna che gli si offre con totale disponibilità. Il linguaggio dei corpi uniti e quello della parola scritta che diventa voce, con tutte le sfumature di senso che comporta, assorbe l'attenzione dello spettatore.
Quasi improvvisamente però il film si sottrae a questa dimensione per spostare il baricentro sul tema del senso di colpa nei confronti della collettività che finisce con il riverberarsi sulle dinamiche interpersonali portando la narrazione sui binari già più visitati dal cinema sull'Olocausto. Ciò detto l'interpretazione di Kate Winslet resta magistrale anche se viene da chiedersi se non meritasse la nomination all'Oscar per la più psicologicamente sfaccettata prestazione offerta in Revolutionary Road .
Immagine
Titolo Real Steel
Anno
Regista Shawn Levy
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Charlie Kenton, è un ex boxeur che si è ritirato quando il mondo del pugilato è stato invaso da giganteschi robot d'acciaio. Ridotto a promoter di mezza tacca, Charlie si guadagna da vivere a stento assemblando robot scadenti e in disuso per cui organizza match nei ring clandestini. L'uomo proverà a prendersi una rivincita assemblando un boxeur hi-tech insieme al figlio Max, un ragazzino pieno di risorse malgrado la sua giovane età, che aveva da tempo perso di vista e improvvisamente riapparso nella sua vita.
Immagine
Titolo Red e Toby 2 - NemiciAmici
Anno
Regista Jim Kammerud
Valutazione 6
Durata 69
Genere Animation | Adventure | Comedy | Family
Classificazione
Trama
Immagine
Titolo Repo Men
Anno
Regista Miguel Sapochnik
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama In un futuro in cui si possono comprare a credito costosi ma sofisticati organi vitali di ricambio, una squadra speciale si occupa della riscossione e, se il conto non viene saldato, si riprende indietro l'organo senza preoccuparsi della sopravvivenza della persona. Remy è uno dei migliori nel procurarsi nuovi organi, ma un giorno, ha un malore e si risveglia in ospedale con un nuovo cuore. Si ritrova così dall'altra parte, inseguito dal suo ex partner Jake. Come trovare i soldi necessari? In suo aiuto accorrerà Beth...
Immagine
Titolo Rio
Anno
Regista
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Blu è un ara macao addomesticato che conduce una comoda vita nell'appartamento della sua migliore amica e proprietaria Linda, a Moose Lake, in Minnesota. Pappagallo dotto ma incapace di volare, Blu è probabilmente l'ultimo esemplare maschio della sua specie così, quando l'eccentrico scienziato Tullio si presenta per convincere Linda a portarlo a Rio de Janeiro e fargli incontrare Gioiel, l'ultima femmina, i due decidono di partire alla volta della lontana ed esotica terra carioca. Tuttavia, poco dopo il loro arrivo, la coppia di pappagalli viene rapita da un gruppo di trafficanti di animali. Grazie all'intraprendenza di Gioiel, indipendente e coraggiosa, e a un gruppo di spiritosi uccelli di città dalla parlantina sciolta, Blu riuscirà a fuggire ma dovrà ben presto trovare il coraggio per imparare a volare, fermare i rapitori e tornare dalla sua amica Linda.
Immagine
Titolo Ritorno al futuro
Anno
Regista Robert Zemeckis
Valutazione 8
Durata
Genere
Classificazione
Trama Il 17enne Marty McFly vive con i genitori e i fratelli a Hill Walley. Una sera il suo amico Doc, uno scienziato, gli racconta di essere riuscito a trasformare una DeLorean in uno straordinario "veicolo del tempo" alimentato a plutonio. L'arrivo dei terroristi libici armati a cui lo scienziato ha sottratto il prezioso elemento chimico, li interrompe e Marty, per mettersi in salvo, sale sulla DeLorean e parte a tutta velocità. Quando la macchina si fermerà, Marty sarà ancora a Hill Walley, ma nel 1955, quando suo padre George, un ragazzo goffo messo sempre alle strette dai coetanei, corteggia inutilmente la 17enne Lorraine. La sua irruzione nel passato rischia però di far cambiare molte cose, tra cui il suo futuro, e nessuno sembra disposto a credergli e a aiutarlo, tranne un giovanissimo Doc.
Immagine
Titolo Ritorno al futuro parte II
Anno
Regista Robert Zemeckis
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Doc Brown convince Marty McFly che, per il suo bene e quello dei suoi futuri figli, è necessario che lui salga ancora una volta a bordo della DeLorean e viaggi nel futuro, fino al 2015, per cambiare il proprio destino. La missione ha successo, ma al suo ritorno, Marty si accorge che qualcosa è cambiato: la tranquilla Hill Valley, è diventata una cittadina malfamata, dominata dal perfido Biff Tannen, diventato ricco grazie a un almanacco sportivo incautamente comprato da Marty nel 2015. Il laboratorio di Doc è chiuso e l'inventore, dichiarato pazzo, è stato rinchiuso in una casa di cura. Perché tutto torni come un tempo, a Marty non resta che tornare ancora una volta nel 1955 e impedire che il Biff del futuro consegni al se stesso giovane l'almanacco che gli consentirebbe di sapere in anticipo ogni risultato sportivo...
Immagine
Titolo Ritorno al futuro parte III
Anno
Regista Robert Zemeckis
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama 1955. Mentre sta cercando di recuperare la DeLorean per poter viaggiare nel tempo e tornare a casa, Marty scopre la tomba Doc, sulla cui lapide sono incisi luogo e data di morte: Hill Valley, 1885. Per evitarlo, Marty decide di viaggiare indietro nel tempo, fino al 2 settembre 1885. Nel vecchio west, Doc, un bizzarro maniscalco-scienziato innamorato di Clara, la maestra del luogo, ha suscitato le ire del fuorilegge Buford 'Mad Dog' Tannen, che ha commissionato la sua uccisione. Per salvarlo, Marty si finge un temibile pistolero, Clint Eastwood e decide di sfidare i banditi...
Immagine
Titolo Road, The
Anno 2009
Regista John Hillcoat
Valutazione 7
Durata 111
Genere Drammatico
Classificazione
Trama Sulla strada un uomo e un bambino procedono dietro a un carrello e dentro "una notte più buia del buio e un giorno più grigio di quello passato". Una pioggia radioattiva ha spento i colori del mondo, una guerra o forse un'apocalisse nucleare ha terminato la natura e le sue creature: gli alberi cadono, gli uccelli hanno perso l'intenzione del volo, il mare ha esaurito il blu, gli uomini non sognano più e si nutrono di uomini e crudeltà. Dal passato verso un futuro che non si vede si muovono un padre e un figlio, resistendo alle intemperie e agli assalti dei disperati con due colpi in canna e il fuoco dell'amore. In viaggio verso sud, il genitore racconta al bambino la sua vita a colori, piena di musica e della dolcezza bionda di sua madre, inghiottita dalla notte e dalla paura di sopravvivere. Lungo la strada il ragazzo esplorerà la propria umanità, imparando la conoscenza del bene e del male.
Bastano pochi minuti e una manciata di inquadrature a consegnare allo spettatore il senso di un'opera che si incammina su una strada chiusa dentro l'ossessione di un padre concentrato e accanito nella cura genitoriale. Trasponendo le visioni disperate di Cormac McCarthy, il regista John Hillcoat, colloca la relazione padre-figlio dentro un mondo estremo, un ambiente post- apocalittico di cui non si saprà mai niente, se non le informazioni contenute nello sguardo, nel pensiero o nel sogno dei protagonisti. Se con Non è un paese per vecchi, i Coen hanno dimostrato che il cinema può lavorare sull'universo letterario di McCarthy, l'autore australiano sottoscrive questo impegno e si confronta opportunamente con l'arte, la trama compatta e le parole solenni dello scrittore di Rhode Island. Accomunati dalla matrice letteraria Non è un paese per vecchi e La strada sono film intimamente legati, con l'inaridimento morale del primo come logica causa (e premessa) del secondo. La tempesta di violenza, denaro, edonismo e droga che si abbatteva sull'orizzontalità delle grandi pianure texane, l'ineluttabile decadenza del Paese per cui smetteva di battersi lo sceriffo Bell di Tommy Lee Jones, si accumulano e deflagrano lasciando vuoto, cenere e silenzio ferale. Ma se il road movie dei Coen veniva desaturato di sentimenti e di pathos, se nel loro Texas senza più regole chiare i padri si potevano soltanto evocare in sogno, nell'America smantellata e spogliata di Hillcoat avanza irresistibile l'amore incondizionato che investe i due protagonisti, che resistono ai guasti della solitudine e ai morsi della fame.
Alla base del loro sentimento c'è la capacità di condividere, il coraggio di affrontare le avversità attivando le proprie umane risorse. Viggo Mortensen, ancora una volta emotivamente aderente alla situazione drammaturgica, è un padre "sempre in campo" scandito da urgenza e dolcezza, è un genitore che si racconta, evocando nei flashback "a colori" momenti intensi di vita "navigata", è ancora fonte di (in)formazione e conoscenza per quel figlio che trasforma nell'epilogo da oggetto passivo di "cure" a soggetto emancipato, avanzato, civilizzato. Un figlio che si ingigantisce nella sua presenza e dentro l'ultimo primo piano che lascia fuori campo l'America, un mondo dove gli spietati sopravvivono ma dove si può (ancora) scegliere di abbandonare la vita o di restare in vita.
Immagine
Titolo Robin Hood
Anno
Regista
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama Un film animato dove si raccontano le gesta del famoso arciere che rubava ai ricchi per dare ai poveri, delle avventure della sua "banda", e dell'amore di Robin per Lady Marion.
Immagine
Titolo Robin Hood
Anno
Regista Ridley Scott
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama XIII secolo. L'Inghilterra è indebolita da decenni di guerre ed è ormai vulnerabile agli attacchi esterni e al rischio di rivolte interne. Tuttavia Robin Longstride, un valoroso ed esperto arciere dal passato misterioso e che vive con la sua banda di mercenari nella città di Nottingham, riuscirà nell'impresa di riunire i clan inglesi per combattere a fianco di re Giovanni, successore di Re Riccardo I, e scongiurare l'invasione dei francesi alleatisi con un traditore inglese. Le sue gesta valorose contro i francesi, l'audacia dimostrata nel combattere il tiranno e il suo amore per la bella e risoluta Marion, faranno entrare il valoroso guerriero nella leggenda trasformandolo nei secoli a venire in un simbolo di riscatto per tutti gli oppressi: Robin Hood.
Immagine
Titolo RoboCop
Anno
Regista Paul Verhoeven
Valutazione 7
Durata
Genere
Classificazione
Trama La città di Detroit è alla mercé di bande di drogati, stupratori e assassini. Per porvi rimedio, una società finanziaria, la Cop, produce uno specialissimo robot corazzato, creato per sorvegliare le strade e tutelare i cittadini. Il nuovo robot si preannuncia un grosso affare per la Cop però, proprio mentre il prototipo viene visionato dal Consiglio di Amministrazione cittadino al completo, si inceppa e, per errore, uccide uno dei presenti. Il vice-presidente Jones è rovinato, ma Morton, uno dei dirigenti, ha una soluzione: RoboCop, un robot avveniristico e ultrasicuro in cui è stato innestato il corpo dell'agente Murphy, ucciso da una banda mentre era di pattuglia. Il nuovo robot raccoglie consensi, ma Morton viene eliminato. Quello che Jones e i suoi scagnozzi non hanno calcolato è che RoboCop ha conservato, oltre al volto di Murphy, anche filamenti della sua memoria di poliziotto integerrimo...
Immagine
Titolo Robots
Anno
Regista
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Rodney Copperbottom è un robottino geniale ma povero, che perde i pezzi e cresce ereditando quelli dismessi dai cugini ricchi. Armato del suo speciale talento inventivo decide di tentare la fortuna a Robot City, dove vive il suo idolo, l'autorevole inventore Bigweld, creatore di una serie di congegni per migliorare la vita dei suoi simili. Mentre vaga per le vie della città, Rodney entra in contatto con i Rusties, un gruppo di robot di strada che vive di espedienti e che lo accoglie tra le sue fila. Con l'aiuto dei Rusties, dell'amico Fender, della sorellina di questi Piper, e della bella Cappy, dirigente della Bigweld Industries, anche lei di umili origini, Rodney inizia una battaglia per sconfiggere un gruppo di loschi personaggi e per conquistare il diritto a un futuro migliore...
Immagine
Titolo Rocky
Anno
Regista John G. Avildsen
Valutazione 8
Durata
Genere
Classificazione
Trama Rocky Balboa, ventottenne di Filadelfia, vivacchia riscuotendo i crediti di un usuraio italo-americano e vincendo ogni tanto qualche modesto incontro di boxe (la sua passione, e la sola cosa che sappia fare). Innamorato di Adriana, timida sorella di un ubriacone, una sera scopre, vinta la sua ritrosia, che anche lei gli vuol bene. Intanto, il campione del mondo dei pesi massimi, Apollo Creed, venutogli a mancare uno sfidante degno di lui, ha un'astuta trovata per non perdere i soldi puntati su quell'incontro e guadagnarne molti altri: organizza, mascherandosi col mito dell'America "terra delle opportunità di sfondare" offerte a chiunque, un "match" con un pugile bianco alle prime armi. La sua scelta cade su Rocky, lo "stallone italiano" (così si è autodefinito, per ragioni pubblicitarie). Balboa, cui andrà una "borsa" di centocinquantamila dollari, accetta la sfida. Si allena duramente, proponendosi soltanto, però, non di vincere l'incontro, ma di combattere - e sarebbe la prima volta, con Creed - tutte e quindici le riprese, senza cadere al tappeto. Mantiene la parola ed è salutato come un grande campione, anche da Apollo. Ciò che gli preme davvero, tuttavia, è l'amore di Adriana.
Immagine
Titolo Rocky II
Anno
Regista Sylvester Stallone
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Rocky Balboa finisce in piedi un incontro con Apollo Creed, campione mondiale dei pesi massimi, tanto che molti del pubblico e dei cronisti chiacchierano sul verdetto. Comunque, essendo rimasto malconcio al naso e all'occhio sinistro, Rocky accetta i consigli dell'anziano suo allenatore Michey; annuncia il ritiro dalla boxe; sposa Adriana e investe nella casa i soldi della pingue borsa ottenuta. La moglie lo rende felice generando un figlio. Nel frattempo, però, il signor Balboa è stato costretto a cercare un lavoro fisso e, trovandosi sbarrate tutte le strade per una professione da impiegato a causa degli studi interrotti già durante le elementari, ha dovuto accettare favori umilianti e poco redditizi. Della situazione intende approfittare Apollo Creed che, raggiunto ormai il nome di "campione dei campioni", sente pesare sulla propria fama il neo del discusso verdetto di un anno prima. Sicuro anche che Rocky è ormai distrutto moralmente e fisicamente, oltre che in completa assenza di allenamenti, lo provoca a un incontro nel quale è sicuro di demolirlo definitivamente. Rocky, conoscendo la riluttanza di Adriana che tra l'altro è rimasta assai debole per il parto prematuro, riprende gli allenamenti senza convinzione, ancora sotto la direzione del fedele Michey. Tutto lascerebbe prevedere un disastro. Ma quando la stessa Adriana gli chiede di vincere per lei, Rocky afferra tutto il suo coraggio generoso e tutte le sue forze. L'incontro è assai drammatico ma Rocky ne esce campione del mondo dei massimi.
Immagine
Titolo Rocky III
Anno
Regista Sylvester Stallone
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama In seguito alla vittoria su Apollo Creed, Rocky Balboa è campione del mondo del pesi massimi. Il suo successo va sì che alla fine però Rocky perda la fame di vittoria. Da pugile aggressivo e con l'occhio da tigre, si trasforma in un uomo da spettacolo, molle e dedito al culto di se stesso. La dolorosa sconfitta che gli infligge Cluber Lang, astro nascente che sprizza energia e voglia di affermarsi da tutti i pori, lo distrugge psicologicamente insieme alla morte del vecchio e fedele manager. Lo aiuterà a rialzarsi, costringendolo a duri allenamenti e ad imparare una nuova tecnica, quella della scherma "negra" e quasi danzante alla Cassius Clay, proprio Apollo Creed, il campione battuto. Rocky ritornerà sul ring.
Immagine
Titolo Rocky IV
Anno
Regista Sylvester Stallone
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Ivan Drago, campione sovietico dei pesi massimi categoria dilettanti, arriva negli Stati Uniti per una esibizione fra lui e Rocky Balboa, che ormai ritiratosi dal ring rinuncia. Drago è un gigante, ma Apollo Creed, l'antico avversario di Rocky già campione del mondo, che da cinque anni non sale però sul "ring", decide di sfidarlo. Malgrado il suo fido amico Rocky Balboa tenti di dissuaderlo dall'impresa azzardatissima, Apollo vuol tentare. Invece perderà la vita sotto i durissimi colpi dell'avversario, la cui forza ed addestramento sono incredibili. Rocky allora accetta di andare a Mosca per Natale, allo scopo di affrontare a sua volta Drago. Pur cosciente del valore dell'avversario, Rocky spera di onorare la memoria di Apollo Creed con una vittoria. Chiede ed ottiene dalle autorità sovietiche di allenarsi in tutta segretezza (e con i metodi tradizionali) in una rustica villa isolata nella campagna coperta dalla neve. Lo accompagneranno il suo allenatore (il negro Duke) e lo zio Paulie. Nel giorno dello scontro, davanti ad una folla ostile, tra la quale sono anche le mogli dei due campioni, Rocky riuscirà ad avere la meglio su Drago, dopo quindici "round" di terribili sofferenze. Ai microfoni della radio, ancora sanguinante, Rocky Balboa pronuncerà parole di pace, indirizzate ai popoli di tutto il mondo, tra gli applausi del pubblico che, alla fine del "match", già aveva compreso il grande valore sportivo ed umano del pugile americano.
Immagine
Titolo Rumori fuori scena
Anno 1992
Regista Peter Bogdanovich
Valutazione 7
Durata 101
Genere Commedia
Classificazione
Trama Tratta dall'omonima opera di Michael Frayn, si tratta di una commedia scoppiettante, dal ritmo incalzante e con spassosissime gag che si susseguono vorticosamente. La trama del film riguarda le varie fasi della costruzione di uno spettacolo da parte di una bizzarra compagnia: dalle prove, al debutto, alla tournée, che inizialmente risulta essere positiva, ma poco tempo dopo si rivela un disastro per ripicche e screzi fra attori - sul palcoscenico e fuori accade di tutto: interruzioni, errori, isterie, conflitti, tensioni, rappacificazioni - ma alla prima a Broadway è un trionfo. Regia sardonica e impeccabile, con degli straordinari attori tutti in stato di grazia, parecchie e buone le occasioni di risata. Era dai tempi della "screwball comedy" degli anni Trenta che non ci si divertiva così vedendo una commedia.
Immagine
Titolo Safe House - Nessuno è al sicuro
Anno 2012
Regista Daniel Espinosa
Valutazione 6
Durata 115
Genere Thriller
Classificazione
Trama Latitante da dieci anni, Tobin Frost, ex agente della CIA in possesso di un microchip con documenti compromettenti, viene catturato e portato nella Safe House gestita da Matt Weston, ufficiale leale all'organizzazione deciso a migliorare la propria posizione lavorativa. Poco dopo l'inizio dell'interrogatorio, un gruppo di mercenari fa irruzione nella zona protetta cercando di uccidere la pericolosa spia, che riesce però a fuggire insieme al suo custode. Ora, il compito di Matt è quello di portare in salvo il detenuto tra le fughe di quest'ultimo e un gioco sporco in cui il volto dei buoni e dei cattivi paiono confondersi sempre di più.
Sorvegliante di un luogo sicuro e segreto per definizione, il protagonista del riuscito thriller di Daniel Espinosa passa da una situazione di inattività costretta a quella di un'azione sfrenata in cui non ha nemmeno il tempo di focalizzare ciò che gli accade intorno. La forza d'avvio della pellicola sta proprio qui, specificatamente nel repentino cambio di stato del personaggio interpretato da Ryan Reynolds, capace di sintetizzare tutti gli argomenti messi in campo: il tema della crescita, dell'onore, della (s)fiducia nelle istituzioni e, prima di tutto, dello scontro con una realtà sommersa com'è nascosta la sua vera identità agli occhi della compagna. Nel frastuono di sequenze dirette con buona mano e una vena nichilistica poco comune per una produzione americana emerge una possente struttura che somma all'action-thriller classico le vibrazioni più paranoiche del filone spionistico. Solo a livello epidermico, in realtà, si tratta di una storia in cui nessuno è quello che sembra e il male è proprio lì dove te lo aspetteresti, perché Safe House - Nessuno è al sicuro conta soprattutto per il racconto di due differenti e avverse visioni destinate in qualche modo ad incontrarsi. È il viaggio, nella sua accezione più straniante e piena di insidie, l'orizzonte in cui una tale metamorfosi può avvenire, così come accadeva nell'affine Quel treno per Yuma, classico che lo sceneggiatore David Guggenheim deve aver tenuto presente. La fotografia gravida, ora accecante ora plumbea, segna le varie tappe del cammino fino ad una resa dei conti in perfetto stile western, stemperata da una chiusura del cerchio che sarebbe stato meglio sospendere di più. Dopo le esitazioni di una prima metà troppo affidata al naturale istrionismo di un Denzel Washington che non può non mettere in ombra l'attor giovane, il regista accosta momenti di spiccata e quasi coreografica violenza a intelligenti variazioni dei più duraturi luoghi comuni del genere. Se Vera Farmiga interpreta il solito ruolo risoluto, la scelta di casting più azzeccata è quella del grande Sam Shepard, monolitico e finissimo nel suo aggiungere spessore ad ogni momento in cui appare.
Immagine
Titolo Salt
Anno
Regista Phillip Noyce
Valutazione 6
Durata
Genere
Classificazione
Trama Evelyn Salt, un agente della CIA che ha giurato sul suo onore di servire la patria, viene accusa da un disertore di essere una spia russa sotto mentite spoglie. Per dimostrare di essere fedele ai principi per i quali ha giurato, evitare la cattura e al contempo proteggere suo marito, Evelyn, forte della sua esperienza e dei suoi contatti, inizierà una fuga rocambolesca...
Immagine
Titolo Salvate il soldato Ryan
Anno 1998
Regista Steven Spielberg
Valutazione 7
Durata 163
Genere Guerra
Classificazione
Trama Il 6 giugno 1944 il cap. John Miller (Hanks) sbarca con i suoi uomini a Omaha Beach. È un massacro sotto il micidiale fuoco tedesco. Il generale George Marshall (Presnell), comandante supremo dell'armata angloamericana, apprende che la famiglia Ryan dell'Iowa ha già perduto tre figli e che un quarto fratello, James Francis Ryan (Damon), è stato paracadutato in Normandia oltre le linee nemiche. Dà ordine che sia ritrovato e rimandato a casa. L'incarico è affidato al cap. Miller che, con sei uomini e un interprete (Davies), parte alla sua ricerca. Dramma bellico in 3 atti e una cornice. 1° atto: lo sbarco in Normandia, la guerra come carneficina e caos (i primi 24 minuti, fin troppo acclamati: da vedere, comunque, e da sentire); 2° atto: la ricerca di Ryan: apparentemente convenzionale e già vista, ma ricca di problemi e di domande senza risposta; 3° atto: la battaglia nel paesino di Ramelle per salvare Ryan e tenere un ponte: un compendio del war film made in USA che pone il film sotto il segno di una sospetta ridondanza, rivelata anche dal ricorso insistito alle riprese "a spalla" e agli effetti speciali. Film di forti impatti e molte bellezze, ma anche di numerosi stereotipi, interamente dentro la prassi e la retorica di Hollywood. I tedeschi sono nemici e la Francia è vuota. "La memoria diventa così _ più che un'occasione per riflettere, per parlare di storia e di etica _ un argomento nostalgico di propaganda" (G. Cremonini). Salvate il soldato Ryan è un film di guerra, La sottile linea rossa è un film sulla guerra. Due curiosità: in I sacrificati di Bataan (1945) John Wayne si chiama Rusty Ryan, ma è tenente; le grigie Stelle & Strisce che sventolano all'inizio e alla fine sono una citazione di una foto di Mapplethorpe. 5 Oscar: regia, fotografia (J. Kaminski), suono (R. Judkins, G. Rydstom, G. Summers, A. Nelson), effetti speciali sonori (G. Rydstom, R. Hymns), montaggio (M. Kahn). Successo internazionale. 3° posto sul mercato italiano 1998-99.
Immagine
Titolo Scoprendo Forrester
Anno 2000
Regista Gus Van Sant
Valutazione 7
Durata 136
Genere
Classificazione
Trama Jamal Wallace è uno studente del Bronx con una grande passione per la letteratura e un altrettanto grande amore per il basket. Casualmente entra in contatto con William Forrester, uno scrittore che vinse il Premio Pulitzer con l'unico libro pubblicato. Era poi scomparso e nessuno ne aveva saputo più nulla. A lui, che diviene il suo maestro, Jamal sottopone un racconto che viene giudicato positivamente. Il ragazzo ha ricevuto un'offerta di borsa di studio da una prestigiosa istituzione privata. Ma c'è un ostacolo: il docente di letteratura trova il suo testo troppo pregevole e non crede che un ragazzo del Bronx possa arrivare a tanto. Pertanto é meglio che resti al suo posto e pensi al basket. Nel frattempo anche Forrester trova un aiuto in Jamal. Riesce a uscire di nuovo dall'appartamento in cui si era autorecluso. Il ragazzo però non riesce a risollevare le sorti della propria squadra e tutto sembra risolversi negativamente quando... Gus Van Sant mantiene fermo il proprio sguardo sugli individui al margine e sulle età di passaggio. Questa volta lo fa con alle spalle un produttore/attore decisamente straordinario: Sean Connery. Il regista non solo non esaspera i toni ma sottolinea la propria continuità autoriale con un cameo affidato a Matt Damon. Will Hunting è ancora presente così come sono realmente presenti nel mondo ragazzi dotati che avrebbero ancora una voglia che il luogo comune dà per ormai estinta: quella di studiare per migliorarsi
Immagine
Titolo Score, The
Anno 2001
Regista Frank Oz
Valutazione 5
Durata 123
Genere Thriller
Classificazione
Trama Bastano un ottimo attore (e discreto regista) come Norton e due divinità del pari di De Niro e Brando per fare un buon film?…Ovviamente no, ma sono tutti e tre additivi indispensabili per insaporire un piatto altrimenti sciapo e incolore. Nick (De Niro), ladro di professione ormai prossimo alla pensione, ha da poco deciso di ritirarsi per dedicarsi, oltre che alla propria compagna, anche alla gestione di un Jazz Club; ma ecco che Max (Brando), ricettatore e amico di lunga data di Nick, si fa vivo proponendo un ultimo colpo molto rischioso, si tratterebbe infatti di rubare uno scettro francese di valore inestimabile dalla dogana di Montreal, ma estremamente remunerativo. Per Nick i dubbi sono molti, prima di tutto quelli relativi all'effettiva affidabilità del terzo socio, Jackie (Norton), ma la pesante ipoteca che grava sul Club lo convince definitivamente. Inevitabile lo scontro generazionale e piacevole il sottile, ma neanche tanto, rimando al reale cambio di testimone tra la vecchia generazione d'attori formatasi all'Actor's Studio e la nuova, qui rappresentata da un sempre più sorprendente Norton.
Immagine
Titolo Scott Pilgrim vs. The World
Anno 2010
Regista Edgar Wright
Valutazione 7
Durata 112
Genere Azione
Classificazione
Trama Scott Pilgrim è un 23enne ancora preda di una forma di tardiva adolescenza sentimentale. Suona il basso in una band indie rock, come tutti quelli della sua generazione ha subito una severa formazione a base di videogiochi 8bit e cerca una storia d'amore "sicura" con una 17enne, esercitando nichilismo un tanto al chilo. Quando nella sua vita irrompe Ramona, newyorkese, bellissima, indie nell'animo e ribelle a modo proprio con capelli colorati, tutto passa in secondo piano, anche il piccolo particolare che, per poter davvero avere una relazione con lei, Scott dovrà combattere e soprattutto sconfiggere i suoi 7 ex, riuniti in una confraternita finalizzata ad indirizzare la vita futura della ragazza da loro (un tempo) amata.
L'attesa trasposizione della serie di 6 volumi a fumetti del canadese Brian Lee O'Malley (intitolata semplicemente "Scott Pilgrim") dopo 7 anni di successo di nicchia arriva al cinema e non delude, anzi. La versione per il grande schermo delle avventure tra realtà e videogioco del 23enne di Toronto è uno degli atti cinematografici più violenti degli ultimi anni. E per una volta la violenza della grammatica filmica fa il paio con l'audacia di una storia che utilizza la felicissima vena ironica per prendere di mira, in primis, il protagonista e tutto il suo universo di riferimento, che poi è il medesimo del target cui il film è indirizzato. Sebbene infatti nella storia il geek, alle prese con le solite difficoltà di sentimentale subita invece che dominata, sia palesemente contrapposto ai più classici "vincenti" della cultura anglosassone, la vera ironia è nei confronti del primo e non tanto dei secondi. In parole povere Scott Pilgrim vs the World non accarezza l'ego del proprio pubblico ma lo fustiga, prima favorendo l'immedesimazione grazie ad un'aderenza totale ad un certo universo semantico generazionale e poi esplicitandone le contraddizioni. Esattamente ciò che il profluvio di film adolescenziali nostrani sembrano metodicamente rifiutarsi di fare.
Ma non è solo una questione di tono del racconto (che ad ogni modo appartiene più al testo originale), il trionfo di Scott Pilgrim vs. the World è soprattutto merito di Edgar Wright, regista che finalmente sta passando dall'adolescenza cinematografica all'età adulta. Ne è testimonianza il modo in cui ha tramutato le splendide intuizioni registiche mostrate in L'alba dei morti dementi e Hot Fuzz (film-manifesto di un modo diverso di intendere la parodia) da espedienti comici in idee utili ad un avanzamento e una personalizzazione del linguaggio filmico che sia funzionale alla storia. Il montaggio "a strappo", che giustappone con forza momenti temporalmente e spazialmente diversi, i rapidissimi "carrelli digitali" che congiungono scene unite unicamente dal loro passaggio logico e il continuo uso di una colonna audio che si prende beffa della diegesi, diventano qui gli strumenti di un'inedita unione tra cinema e fumetto.
Nonostante Scott Pilgrim (il fumetto) fosse caratterizzato come una storia raccontata attingendo pesantemente alla simbologia videoludica (continuamente il protagonista si trova in situazioni "da videogioco" alle prese con dinamiche, premi e problemi tipici di quel mondo), Scott Pilgrim (il film) sembra più un tentativo di ibridazione con il modo di raccontare fumettistico. Certo non mancano tutti i riferimenti, le sovraimpressioni e le gag inerenti al mondo dei videogiochi 8bit che avevano contribuito al successo della serie a fumetti, tuttavia è nell'uso abbondante degli stacchi in asse (quando il montaggio taglia da una scena ad un'altra completamente diversa, mantenendo invariata la composizione dell'inquadratura) che Wright sembra trovare lo stile del suo film. Il regista inglese infatti comprende bene come il montaggio sia lo specifico del racconto filmico e accosta i suoi frame nello stesso modo in cui si accostano i frame di una tavola disegnata, trovando una versione cinematografica del feeling del fumetto nel modo in cui quel medium racconta le storie sfruttando le ellissi spaziotemporali.
Immagine
Titolo Shaolin Soccer
Anno 2001
Regista Stephen Chow
Valutazione 5
Durata 87
Genere Azione
Classificazione
Trama Un giocatore di calcio ormai ritiratosi dalla carriera incontra uno studente di shaolin kung fu che aiuta a riconciliarsi con i suoi 5 fratelli. Mescolando l'arte marziale e le regole del calcio il gruppo creerà interessanti e comiche varianti alla pratica sportiva. Campione d'incassi a Hong Kong nel 2001 e accolto dalla critica con interesse, conferma Stephen Chiau come il più interessante attore/regista del cinema hongkonghese, capace anche di coniugare tematiche sociali (vedi i riferimenti alla crisi finanziaria che ha colpito l'Asia pochi anni prima) con il divertimento e l'omaggio al suo idolo di genere Bruce Lee. Non mancano gli effetti speciali che però non 'divorano' la storia. Agli appassionati del cinema orientale (e forse non solo a loro) non potrà non piacere.
Immagine
Titolo Sherlock Holmes - Gioco di ombre
Anno 2011
Regista Guy Ritchie
Valutazione 7
Durata 129
Genere Azione
Classificazione
Trama Bombe di supposta matrice anarchica esplodono a Strasburgo e a Vienna, uno scandalo investe un magnate indiano del cotone mentre un industriale americano dell'acciaio muore misteriosamente. Eventi casuali, senza connessione? Non secondo Sherlock Holmes, che ha intuito dietro a tutto ciò un piano criminale, ideato dal professor Moriarty, uomo dall'intelligenza sopraffina e privo di qualsiasi coscienza morale. Holmes strappa dunque Watson alla sua luna di miele con Mary e lo trascina a Parigi, in Germania e infine in Svizzera. La partita a scacchi con Moriarty è tesissima, la posta in gioco niente meno che il corso della Storia.
Ora che non deve più preoccuparsi di presentare i personaggi, o meglio di illustrare la loro rilettura, Guy Ritchie ha la possibilità di divertirsi e - questa è la buona notizia - lo fa senza scrupoli. Se è vero che sostanzialmente non cambia squadra, smuove però le fondamenta, chiamando alla sceneggiatura i coniugi Mulroney, che sono quanto di più interessante in giro. Così, messe al bando le lungaggini e le complicazioni gratuite, la soluzione del caso non è più accessoria, la noia non si presenta, mentre si affaccia una maggior considerazione dei sentimenti, che scalda a puntino il film. Accade ciò che era accaduto, per esempio, con Hellboy (più o meno per le stesse ragioni), ovvero che la seconda avventura, sapendo superare i problemi della prima, raggiunge un livello più alto, decisamente buono. Numerose sono le invenzioni visive del film, al punto che i flashforward sincopati che precedono le mosse d'azione di Holmes, per quanto giustificati dal metodo e dalle caratteristiche del personaggio (e, a questo punto, anche dalla continuità dovuta al capitolo uno), sono in fondo la trovata più banale e scontata. Preziosissima, invece, per rendere la miscela più frizzante, è l'introduzione del fratello maggiore di Sherlock, Mycroft Holmes, interpretato dal grande Stephen Fry. Giocato per lo più sull'elemento del travestimento, con una puntata speciale nel travestitismo esplicito (Watson trascorre la prima notte di nozze con Holmes e l'amplesso c'è eccome, travestito da colluttazione) e una nella chirurgia plastica, il film non dimentica che spesso non c'è costume più efficace del nudo integrale, specie se indossato da un gentleman della comicità britannica come Fry.
L'intesa attoriale tra Robert Downey Jr. (il cui Holmes è tra le migliori figure postmoderne del cinema recente) e la spalla Jude Law è evidente e fortunata e i dialoghi la servono bene e con misura, senza bisogno di salire sopra le righe. L'ambientazione storica esplosiva e la varietà di ambienti suggestivi, dal camerino della cartomante al castello vampiresco sull'orlo del precipizio, forniscono uno sfondo opportunamente avventuroso, ma le sorprese più belle si nascondo nel tranquillo e borghese domicilio di Londra. Perché, parola di Conan Doyle, "Non c'è nulla di più innaturale dell'ovvio".
Immagine
Titolo Shrek
Anno 2001
Regista Vicky Jenson, Andrew Adamson
Valutazione 8
Durata 90
Genere Animazione
Classificazione
Trama Un orco che rutta e legge le favole seduto sul cesso. Un asino petulante e splendido cantante. Una principessa che va ghiotta di topi arrostiti e ogni tanto gioca come Lara Croft. Una "draghessa" che diventa buona dopo essersi innamorata dell'asinello. Il principe "ufficiale" che ha il petto peloso come una foresta. Bastano questi pochi elementi per "inquadrare" Shrek come il disegno animato più politicamente scorretto della storia del cinema. Perché se i giochini alla South Park sono, alla fin fine, molto prevedibili nel loro svolgimento, questo film d'animazione della premiata ditta Katzenberg-Spielberg (la Dreamworks) è "sorprendente" fino alla fine: continuamente teso in direzione di situazioni felici e tradizionali che peraltro non si verificano mai. L'orco di nome Shrek deve portare la principessa Fiona al principe Farquaad perché lui si riprenda tutte le creature fantastiche che ha cacciato dal proprio castello e che minacciano la solitudine di Shrek: questa la struttura apparentemente da fiaba classica del film. Molte deviazioni narrative lo trasformano peraltro in un prodotto di fiction tradizionale, che potrebbe essere interpretato da attori veri. Con in più un senso d'innovazione che il cinema recitato ha perso da tempo. Ed una voglia di "graffiare" inusuale: Shrek "distrugge" tutti i miti dell'infanzia disneyani, da Pinocchio-La bella addormentata nel bosco-Biancaneve e i sette nani fino a La bella e la bestia.
Immagine
Titolo Shrek 2
Anno 2004
Regista Andrew Adamson, Kelly Asbury, Conrad Vernon
Valutazione 7
Durata 92
Genere Animazione
Classificazione
Trama Shrek e la principessa Fiona sono tornati dal viaggio di nozze e tutto potrebbe andare bene se non si dovesse andare nel Paese Lontano Lontano a trovare i genitori di lei che certamente non si aspettano una figlia tanto trasformata. A questo va aggiunto un principe azzurro irritato per essere stato superato. Di solito i sequel tradiscono la stanchezza ideativa. Non succede a questo film che sprizza energia ed ironia da tutti i pori e si avvale nella versione originale delle voci. tra gli altri, di Eddie Murphy, Cameron Diaz, Antonio Banderas e, udite udite, Julie Andrews. Shrek ha ribaltato le fiabe classiche offrendo loro una nuova vitalità. Se fosse ancora vivo Gianni Rodari avrebbe di che compiacersi.
Immagine
Titolo Shrek 3
Anno 2007
Regista Raman Hui, Chris Miller
Valutazione 6
Durata 92
Genere Animazione
Classificazione
Trama Dopo i capovolgimenti degli episodi precedenti - dall'abbandono della palude alle blasonate nozze con la principessa Fiona - l'orco verde dalle orecchie a forma di trombetta, torna nel più politicamente scorretto dei cartoon per assicurare un degno successore al regno di Molto Molto Lontano. In una Hollywood rovesciata a immagine e somiglianza del mondo delle favole, il povero Re Harold, suocero ranocchio di Shrek e padre di Fiona, viene a mancare improvvisamente alla corte dei suoi cari. L'unico erede al trono, dopo il rifiuto incondizionato di Shrek, sembra essere un ingenuo sbarbatello che risponde al nome di Arthur. Insieme al nobile Gatto con gli stivali ("doppiato" da Antonio Banderas anche in italiano) e al logorroico Ciuchino, i tre eroi partono per una nuova avventura, proprio mentre il Principe Azzurro - stanco ormai di recitare in una platea indegna della sua bellezza - è pronto a meditar vendetta per riprendersi, insieme ai cattivi di tutti i tempi, il regno perduto.
Metafora di un mondo cinico e senza speranza o semplice divertissement, l'odissea di Shrek regala ancora, nonostante il terzo "compleanno", un'ora e mezza di spensierata ilarità, aggiungendo alla già vasta galleria di personaggi, altri memorabili soggetti. Dal Mago Merlino depresso e arteriosclerotico - complice di un incantesimo malriuscito che metterà a dura prova i due baldi aiutanti di Shrek - al cattivo Capitan Uncino passando per un nano baby sitter, la saga va avanti a suon di risate e immagini spettacolari. Una grafica sempre più accurata sotto il profilo estetico e una storia che regala anche in questo episodio qualche spunto di riflessione, rendono unico questo gioiellino della DreamWorks che continua a far crescere e maturare i suoi protagonisti mettendoli a dura prova con se stessi e col mondo circostante. Se Shrek entra in crisi per un'inaspettata paternità (urlata da Fiona sul molo del Porto, prima della partenza), non va meglio al povero signor Gatto, latin lover incallito "costretto" a corteggiare ogni femmina che incrocia il suo cammino. Fra citazioni e sberleffi, il regno delle favole è molto molto più reale di quanto pensiate.
Immagine
Titolo Shrek 4 e vissero felici e contenti
Anno 2010
Regista Mike Mitchell
Valutazione 5
Durata 93
Genere Animazione
Classificazione
Trama Shrek è ormai felicemente sposato con Fiona, padre amorevole ed impegnato e le sue giornate si ripetono tutte uguali a se stesse. Insoddisfatto ed incastrato in una routine che sente tarpargli le ali, l'orco desidera unicamente poter tornare alla sua vecchia vita, quella in cui era temuto e lasciato in pace. Pane per i denti di Tremotino, che gli propone uno dei suoi terribili accordi: rivivere la sua vecchia vita in cambio di un giorno a caso (ma non tanto) del suo passato. La scelta lo catapulterà in una realtà in cui non è mai nato, dunque non ha mai salvato Fiona e gli orchi sono cacciati proprio da Tremotino il quale, grazie a quei cambiamenti, ha preso il potere del regno.
La storia (produttiva) di Shrek nasceva come una lieta eccezione, un film (l'originale) che nel 2001 fece gridare al miracolo per come, con freschezza, sapeva rivolgersi apertamente ad un pubblico adulto conquistandolo di pancia e di testa e sdoganando di colpo l'animazione con più violenza rispetto alle sottili allusioni della Pixar.
La "formula Shrek" ha da quel punto in poi dettato la linea in casa Dreamworks, trovando conferma con il secondo e il terzo film della serie. Almeno così si pensava. Shrek 4, ovvero Shrek e vissero felici e contenti o ancora Shrek 3D (tutti titoli diversi e a loro modo ufficiali per il medesimo film) le citazioni si fanno, se possibile, ancora più insistite, stantie e fini a se stesse, i personaggi non hanno più una ragione d'essere che vada oltre le battute immediate che possono pronunciare e la trama è equiparabile a quella di un episodio televisivo di una serie sceneggiata senza idee. Un what if... allungato e dilatato, occasione non per raccontare qualcosa che valga la pena di essere narrato (sia una storia, siano dei personaggi o sia, come fu nel primo, un modo di approcciare il cinema animato) ma per infilare battute poco divertenti in un contesto di sicuro successo.
Non rimane più nulla dell'originaria doppia lettura, quella del cartone animato che per emanciparsi faceva letteralmente a pezzi le sue origini (fiabesche) con un linguaggio filmico aggressivo (reso possibile dall'animazione CG), personaggi adulti, una colonna sonora più raffinata della media e una storia in cui il cattivo tradizionale è il buono e i buoni tradizionali vengono privati di tutto quello che li rendeva tali, smascherati proprio dall'orco. In Shrek e vissero felici e contenti l'orco è diventato l'eroe classico, banale e risaputo tanto quanto quelli che aveva demolito nel 2001, addirittura simile all'uomo medio che quando è solo cerca l'amore e quando è sposato desidera la libertà. Shrek era incendiario ed è finito pompiere.
Immagine
Titolo Sister Act - Una svitata in abito da suora
Anno 1992
Regista Emile Ardolino
Valutazione 5
Durata 100
Genere Commedia
Classificazione
Trama Testimone di un omicidio, una cantante nera di night-club fugge e chiede aiuto alla polizia che, in attesa del processo, la nasconde in un convento travestita da suora. Metterà a soqquadro il pio asilo. Allegra, vivace, divertente anche se sconnessa commedia con una Goldberg (la protagonista doveva essere Bette Midler, ma era impegnata) scatenata e simpatica. Bei numeri di rhythm'n blues anni '60 in chiesa. Grande e inatteso successo di pubblico.
Immagine
Titolo Sister Act 2 - Più svitata che mai
Anno 1993
Regista Bill Duke
Valutazione 4
Durata 106
Genere Commedia
Classificazione
Trama Alle prese con teppisti arroganti che rischiano di far chiudere la scuola, le suore del convento di Santa Caterina chiamano in aiuto la loro amica che si sta esibendo a Las Vegas. Lei corre, con il suo vecchio travestimento, e sistema tutto. Pigro e piatto seguito che sta in piedi quando è in scena l'irrefrenabile W. Goldberg.
Immagine
Titolo Social Network, The
Anno 2010
Regista David Fincher
Valutazione 8
Durata 120
Genere Biografico
Classificazione
Trama Mark Zuckerberg, il ragazzo che sarebbe diventato il più giovane miliardario della storia creando il social network più usato al mondo, nel 2004 era uno studente di Harvard brillante ma con poche doti sociali. Lasciato dalla ragazza, schifato dai club più elitari e con un complesso d'inferiorità malcelato nei riguardi degli atleti, crea in una notte un software che preleva tutte le foto delle studentesse messe online dalle università e le mette a disposizione di tutti in rete, lo scopo è votare le più belle. L'applicazione fa il giro dei computer di tutta l'area e Zuckerberg viene multato per aver violato i sistemi di sicurezza. A quel punto però il suo nome è sulla bocca di tutti per l'impresa compiuta e due atleti appartenenti al club più importante del college lo contattano per chiedergli di realizzare la loro idea. Non solo Zuckerberg non lo farà ma prenderà i loro spunti per migliorarli e allargarli dando vita all'odierno Facebook.
Da quel momento la battaglia legale per vedere riconosciuta la paternità di quella che dopo soli pochi mesi era già evidentemente una macchina da soldi non ha tregua.
David Fincher è da sempre innamorato dei percorsi narrativi che consentono la ricostruzione di qualcosa (siano una serie di omicidi, sia la struttura di un libro, sia un fatto di cronaca) e per la storia della nascita di Facebook idea un racconto intrecciato tra dibattimenti, patteggiamenti e fatti reali mostrati in flashback, tutto centrato sull'inespressività di Jesse Eisenberg. L'attore newyorchese riesce infatti nell'impresa di comunicare la non comunicatività del suo Zuckerberg, in una lotta legale che è anche sopraffazione di una classe su un'altra. Una perversa e malvagia rivincita del nerd nei confronti di quelli che percepisce come nemici (l'ex migliore amico più integrato di lui, i canottieri che tanto piacciono alla ragazza che lo ha mollato).
L'idea più chiara di David Fincher è che Mark Zuckerberg, l'uomo che ha dato alla parola "amico" un altro significato, più allargato e lieve, alla fine della sua ascesa economica e sociale è solo. Chi ha ideato il network della socialità per eccellenza è una persona socialmente inabile, anche per i bassi standard dei nerd accademici, e una delle spinte più forti nella sua corsa non è stato tanto il desiderio di arrivare, quanto la frustrazione sociale.
È la nuova imprenditoria, fondata sul modo in cui la tecnologia entra o può entrare nella vita delle persone per mutarne le abitudini e su una volontà di successo a modo proprio, con i party in ufficio, le selezioni del personale fatte in base a chi meglio resiste all'alcol e i biglietti da visita con gli insulti. The Social Network è il primo film a riportare senza clamore o sottolineature arroganti un dato di fatto della modernità, ovvero che la vita in rete (ciò che si fa, si legge e che accade online) per una certa fetta dell'umanità ha la medesima importanza della vita reale. Senza voler criticare quel mondo, Fincher guarda con moltissima empatia il suo protagonista, non gli risparmia stoccate ma sembra concedergli il massimo della benevolenza e della comprensione, anche nei momenti più duri.
Immagine
Titolo Sono il numero quattro
Anno 2011
Regista D.J. Caruso
Valutazione 6
Durata 110
Genere Fantascienza
Classificazione
Trama Gli alieni esistono e combattono una guerra sotteranea ed invisibile (tranne quando devasta strutture scolastiche) per eliminarsi a vicenda. Le razze sono due, ci sono i loreniani, in tutto e per tutto uguali a noi, scappati dal loro pianeta Natale e i mogadoriani, simile a noi ma più mostruosi, che dopo aver colonizzato il pianeta dei primi adesso gli danno la caccia sulla Terra.
I mogadoriani stanno uccidendo i sopravvissuti del pianeta Lorien, e lo fanno in un ordine preciso: prima il numero uno, poi il numero due e via dicendo. Ogni volta che uno di loro muore gli altri loreniani avvertono l'evento e si illumina un tatuaggio sul loro corpo. Morto il numero tre, il numero quattro sa che è arrivato il suo turno, fortunatamente in un giorno di scuola come gli altri scopre di avere dei poteri che gli consentiranno di difendersi.
Partendo dall'omonimo di libro di Pittacus Lore (pseudonimo che unisce le penne di James Frey e Jobie Hughes) D.J. Caruso si prende sulle spalle l'onere di dirigere uno script che non si vergogna di attingere a piene mani dagli ultimi 30 anni di saghe cinematografiche, con l'unico scopo di creare a tavolino un nuovo franchise.
Eppure Sono il numero quattro sembra avere più punti in comune con quei film che non sono diventati saghe (benchè lo desiderassero ardentemente) come Jumper o L'apprendista stregone, piuttosto che con quelli che lo sono diventati.
Dopo essere riuscito a rendere un remake non ufficiale di La finestra sul cortile come Disturbia un piccolo gioiello di ritmo e divertimento, D.J. Caruso dirige senza interesse una sequela di incontri e scontri tra alieni (i buoni simili ai più belli tra gli umani, i cattivi mostruosi), dimenticando di trovare una chiave personale di messa in scena. Sono il numero quattro è un film senz'anima e senza personalità, un puzzle di ottimi pezzi che una volta uniti non mostrano una figura nuova. Mescolato nel mare di prodotti simili, in cui adolescenti fuori dalla norma si innamorano di adolescenti nella norma e insieme cercano di trovare una dimensione per se stessi contro un destino avverso, Sono il numero quattro si confonde fino a sparire. Privo di qualità che lo facciano spiccare e privo di un'idea estetica che lo identifichi agli occhi del suo pubblico (come il plumbeo pallore di Twilight o il contrastato mondo blu scuro di Underworld) quest'ennesima variazione sul tema supereroistico sembra destinata al dimenticatoio.
Da figlioccio artistico di Spielberg, quale ha dichiarato e dimostrato di essere in passato, Caruso sembrava avere le carte in regola per interpretare oggi lo spirito del miglior cinema spielberghiano: l'unione tra esigenze commerciali e aspirazioni personali (sia dell'autore che del pubblico). Tutto ciò però affonda di fronte al vuoto, vorticoso e fragoroso di Sono il numero quattro.
Un giorno ripenseremo ridendo a questo periodo cinematografico fatto di saghe a tutti i costi.
Immagine
Titolo Space Chimps
Anno 2008
Regista Kirk De Micco
Valutazione 5
Durata 76
Genere Animazione
Classificazione
Trama Ham III, nipote del primo scimpanzé che volò nello spazio, fa la scimmia-cannone in un circo di terz'ordine, sfidandosi ogni volta in nuove acrobazie. Un bel giorno, però, l'Agenzia Spaziale lo scova e lo recluta: insieme all'affascinante tenente Luna e al baldanzoso comandante Titan, dovrà viaggiare ai confini dell'universo, alla ricerca della sonda Infinity inghiottita da un buco nero. Riluttante ma perfetto per il suo nuovo ruolo, Ham atterra sul pianeta Malgor, curioso solo di passare il tempo prima del glorioso rientro. Scoprirà che, se per gli umani non è nulla più di una cavia, per gli alieni può diventare un eroe, proprio come suo nonno.
Dopo Valiant, il piccione viaggiatore che si faceva strada tra le bombe della seconda guerra mondiale, la Vanguard Animation disegna un'altra storia vera di volatili, quella degli astronauti scimpanzé, chiamati a sperimentare le incognite reazioni del corpo e della mente al lancio nello spazio prima del turno dell'uomo. Omaggio alla figura intrepida e pelosa di Ham I, che nel 1961, in cambio di una mela, viaggiò per un quarto d'ora ad una velocità d'accelerazione inaudita, atterrò nell'Atlantico e conquistò la copertina di "Life", Space Chimps è godibile ed edificante tanto quanto è narrativamente elementare e lontano anni luce - appunto - dalle sofisticherie di casa Pixar.
Non difettano personaggini curiosi, come il tenero Kilowatt, che della Terra non sa nulla, nemmeno dopo che i nostri hanno tentato di rendergli il concetto con la sintesi "I-Tunes, Effetto Serra, David Beckham", ma sa rischiarare alla bisogna la Valle delle Cose Veramente Cattive; mentre il malvagio Zartog non è all'altezza di un villain da lungometraggio, a meno che Jeff Daniels non abbia fatto il miracolo, prestandogli la voce nella versione originale.
I più buffi membri dell'impresa sono i cervelloni dell'Agenzia Spaziale: intonazione monotona e passo strascicante, lavorano solerti ma anche rassegnati a vedere il loro laboratorio riconvertito nottetempo in fabbrica per la decorazione di piatti di ceramica, a seconda dei capricci del governo. Grazie a loro, comparse di un film di intrattenimento al 100%, ci si ritrova a pensare con sottile inquietudine al misterioso contenuto di quell'1% che ci differenzia geneticamente dai simpatici primati.
Immagine
Titolo Spider-Man 3
Anno 2007
Regista Sam Raimi
Valutazione 6
Durata 140
Genere Azione
Classificazione
Trama La vita è meravigliosa per Peter Parker: ama, ricambiato, Mary Jane Watson,
è idolatrato dalla popolazione e dalla stampa, nessun cattivo sembra resistergli. Le cose cambiano quando da un meteorite caduto nei pressi di New York, emerge un parassita che si insinua nel suo costume: lo sgradito ospite ha la capacità di scavare nell'animo dell'eroe e di fargli mostrare il suo lato peggiore. Intanto, nuovi e vecchi nemici si dimostrano più pericolosi del previsto ed anche Mary Jane, delusa dal comportamento del "nuovo" Peter lo abbandona….Riuscirà Spiderman a sconfiggere gli avversari e riconquistare il cuore della sua amata?
Bello, ma con molte riserve: Spider-man 3 è un grande spettacolo, capace di colpire cuore e occhi, ma il perfetto mix di azione, ragione e sentimento ottenuto da Raimi con il secondo episodio, non si è ripetuto. Per tutta la durata della pellicola permane sottesa la sensazione che la sceneggiatura di Alvin Sargent, non riesca a "stare dietro" alla quantità di personaggi e situazioni che il film vorrebbe proporre. Due donne e tre villain di spessore sono troppi per un solo film e, malgrado la non irrilevante durata dello stesso (quasi due ore e mezza), alla fine della visione si è colti da un sentimento contrastante: certo, lo spettacolo non manca e alcune sequenze lasciano a bocca aperta e col fiato sospeso, ma si prova anche un vago senso di incompiutezza per quello che poteva essere e non è stato.
Spider-man 3 è senza dubbio uno dei più spettacolari film di ogni tempo: le sequenze che vedono protagonisti Sandman e Venom, quella con la gru impazzita, il lungo combattimento finale, Peter e Mary Jane dolcemente sdraiati su una ragnatela, sono momenti di grande intensità emotiva e indubbio fascino visivo. Purtroppo però Raimi, forse stressato dalla responsabilità di dirigere il film più costoso di tutti i tempi (oltre 250 milioni di dollari) pasticcia un po' con script e personaggi e il risultato finale è inaspettatamente discontinuo.
All'andamento altalenante del film contribuisce inoltre una prestazione del cast altrettanto incerta, che se da un lato vede Kirsten Dunst, diva inarrivabile e brava a incarnare e rappresentare le ansie della fidanzata insoddisfatta, dall'altro mostra un Tobey Maguire incredibilmente monocorde e inespressivo, un totem catatonico che affronta con lo stesso piglio le situazioni drammatiche e quelle più leggere (che scadono spesso nel ridicolo involontario). Spider-man 3 affastella troppi personaggi che, fatalmente, finiscono per aver ben poco spazio e senz'altro meno di quello che meriterebbero: fondamentale nel fumetto, Gwen Stacy, è qui per esempio ridotta a mera macchietta di contorno. La sensazione che Raimi abbia sprecato un assist vincente per chiudere alla grande una trilogia che, in ogni caso, avrà un posto di rilievo nella storia del cinema, c'è tutta. Una stella in più per il grande spettacolo degli effetti speciali.